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Cuccioli venduti a 45 giorni Le guardie zoofile salvano i 6 amstaff con la mamma

Gli operatori dell’Oipa si sono finti clienti e hanno fatto scattare la trappola. Ora le bestiole sono in un rifugio a Vignate. Il monito: attenti agli annunci sul web.

Cuccioli venduti a 45 giorni Le guardie zoofile salvano i 6 amstaff con la mamma

Cuccioli venduti online senza microchip e a soli 45 giorni di vita, parte l’indagine, con tanto di “trappola”: infine, scattano tremila euro di multa al venditore abusivo e sequestro e ricovero in un rifugio per cucciolata e mamma. L’operazione risale a qualche giorno fa, l’esito conclusivo è riferito dall’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, nucleo di Milano, che ha operato in collaborazione con i carabinieri, riferisce i fatti e che non rinuncia alla sensibilizzazione. I piccoli ora sotto protezione sono sei cuccioli di razza amstaff. Si trovano al canile sanitario di Vignate insieme alla loro mamma, prelevata a sua volta per non interrompere l’allattamento. L’azione, spiegano le guardie zoofile, rientra in un’attività senza sosta per contrastare vendite fuori norma e traffico illegale di cuccioli.

L’indagine è partita dal Piemonte, dove le guardie Oipa del nucleo locale, qualche settimana fa, si sono imbattute nel corso di un normale monitoraggio sugli annunci online in un post sospetto da Pioltello, riguardante una cucciolata di amstaff, di soli 45 giorni. In Italia la legge prevede che la cessione di cuccioli debba avvenire non prima dei 60 giorni dalla nascita per consentirne lo svezzamento. Già constatata un’irregolarità, gli agenti Oipa sono passati alla trappola. "Fingendoci interessati all’acquisto, abbiamo fissato un appuntamento – racconta il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Milano e Monza Brianza, Fabio D’Aquila –. Il finto acquirente si è recato dal detentore dei cagnolini, pronto a consegnare un cucciolo al prezzo di 250 euro". Dalla trappola al blitz, alla multa e al sequestro. Al sicuro i cani, resta la necessità di sensibilizzare. E su più di un aspetto. Sulla vendita online, troppo spesso gestita “fra privati“ non sempre rispettando la normativa a tutela delle bestiole. E, non in secondo ordine, sul commercio “leggero” di cucciolate e cani di razze potenzialmente più impegnative per cui da tempo le associazioni animaliste stesse invocano una normativa più restrittiva. "Sebbene l’adozione o la vendita di animali da compagnia sul web sia legale, gli annunci possono a volte nascondere un traffico illecito punito come reato con pene molto severe: reclusione, multa elevata e confisca degli animali. L’acquisto di animali su questi canali può prefigurare il concorso in caso di accertamento del reato". Monica Autunno