
La “sindrome da rientro“ è un malessere psicofisico che, secondo indagini Istat, colpisce ogni anno almeno il 35% degli italiani
Passare dalle località balneari della Penisola agli ultimi sgoccioli d’estate, da vivere rigorosamente sotto la pioggerellina malinconica di Milano, non è mai semplice. A maggior ragione quando la ripresa della routine avviene in maniera repentina e senza possibilità di adattarsi ai ritmi frenetici della metropoli lombarda. A quel punto, per molti lavoratori, subentra una condizione clinica chiamata depressione post-rientro, conosciuta nei paesi anglosassoni anche come post-vacation blues, dove “blue” è sinonimo di tristezza. Una risposta psicofisica al ritorno alla quotidianità, diversa dal regime tranquillo e rilassato della vacanza. Estranea ai continui stimoli sensoriali, visivi ma anche digitali, a cui si è esposti vivendo nel trambusto cittadino.
Dottoressa Chiara Venturi, cosa si intende per post-vacation blues?
"La “sindrome da rientro” non è un vero e proprio disturbo psicologico codificato nei manuali della salute mentale. Tuttavia esiste, e potremmo dire che si tratta di una sindrome stagionale che si verifica negli ultimi giorni delle ferie estive, all’approssimarsi al rientro in città, e nei primi giorni o settimane della ripresa della quotidianità. Si presenta come un malessere psicofisico di cui sembra soffrire il 35% degli italiani (indagine Istat, ndr) , e appare sotto forma di sentimenti ansioso-depressivi come apatia, malinconia, tono dell’umore basso, ansia e inquietudine, difficoltà a dormire bene, irritabilità, nervosismo e mancanza di entusiasmo. A mio avviso non è tanto legata al boom economico quanto al fatto che viviamo “male”,ovvero in una società prestazionale, competitiva e narcisistica, orientata alla performance, al successo individuale e al guadagno. Si tratta di fattori che possono diventare davvero opprimenti e costituire un ostacolo ad una qualità di vita soddisfacente e per sviluppare un rapporto sano con il proprio lavoro e le altre persone".
Quanto dura la depressione post-vacanze?
"Da alcuni giorni a qualche settimana. Si tratta generalmente di sensazioni transitorie, poiché ci riabituiamo molto in fretta allo stress della vita in cui siamo inseriti. Se dovesse perdurare per più di qualche settimana o dovesse risultare invalidante, è consigliabile richiedere un aiuto professionale".
Quanto è difficile riuscire a rientrare a pieno regime per chi vive a Milano?
"La città di Milano offre moltissime possibilità di svago e di intrattenimento. Purtroppo, però, è anche una città dove, esclusi alcuni quartieri, è difficile la coesione sociale, socializzare e “fare comunità”, che sono fattori molto protettivi per il benessere psicologico. Inoltre, i milanesi dovranno confrontarsi con un aumento del costo della vita e quindi delle possibilità economiche: un ulteriore fattore di stress e di preoccupazione. Tutto ciò in vacanza si può mettere tra parentesi, ma al rientro in città non possiamo sfuggire alla realtà".
È possibile mettere in pratica delle azioni preventive?
"La prevenzione si fa sempre con uno stile di vita sano. Si tratta quindi di consigli semplici e basilari, ma proprio perché viviamo vite molto frenetiche, a volte ci si dimentica di metterli in pratica. Le basi fondamentali sono l’alimentazione, evitare junk food, prediligere cibi naturali e non industriali, l’attività sportiva e avere cura del proprio sonno. Mantenere una buona rete sociale e amicale è un fattore preventivo altrettanto importante. Alcune persone trovano molto utile conservare dei giorni “cuscinetto” tra la fine delle ferie e l’inizio della routine lavorativa, per potersi organizzare e preparare al meglio ad affrontare il nuovo anno che inizia. Non c’è un genere più a rischio dell’altro. Nella mia personale statistica sono colpiti in egual misura uomini e donne in età lavorativa, soprattutto per chi è all’apice della propria carriera".
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Chiara Venturi si è laureata in Cattolica nel 2005 con il massimo dei voti. In seguito si è specializzata in Psicoterapia Psicoanalitica dell’adulto presso la SPP – Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica di Milano e oggi opera anche come consulente di coppia. Problemi d’ansia, relazionali e da traumi, sono le sue aree di intervento. www.chiaraventuri.it