Vaccinazioni Lombardia, via libera ai dodicenni: cosa serve e come funziona

Alle 23 il portale regionale per le prenotazioni apre agli under 30

La vicepresidente della Regione Letizia Moratti con Marco Tronchetti Provera all’hub dell’

La vicepresidente della Regione Letizia Moratti con Marco Tronchetti Provera all’hub dell’

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Milano - Aprono mercoledì sera alle 23 sul portale di Poste - e da domani anche con gli altri sistemi, Postamat, postini o call center 800 894545 - le prenotazioni dell’antiCovid per l’ultima fascia d’età vaccinabile in Lombardia. Non più soltanto i 16 - 29enni, perché lunedì la Commissione europea e l’Aifa, dopo l’Ema, hanno dato semaforo verde alla vaccinazione con Pfizer anche per i ragazzi dai 12 ai 15 anni; dunque il vaccino, ha annunciato la vicepresidente della Regione con delega al Welfare Letizia Moratti, potranno prenotarlo anche loro, e lo start è rinviato alle 23 proprio per caricare nel sistema anche i dati dei nati tra il 2006 e il 2009 compresi. Che in Lombardia andranno nei centri vaccinali (salvo esigenze cliniche particolari, come per le altre classi anagrafiche), e dovranno essere accompagnati - ma vale per tutti gli under 18 - da un genitore che dovrà firmare un consenso informato (scaricabile allla prenotazione, per compilarlo in anticipo, ma disponibile anche negli hub). Mentre il combinato disposto dell’estate imminente e delle vaccinazioni spinge la ritirata del coronavirus (ieri si contavano 220 ricoverati in terapia intensiva Covid in Lombardia e poco più di mille nei reparti), al Pirellone comincia la marcia della “controriforma” della sanità, revisione dell’"evoluzione" maroniana dopo cinque anni di sperimentazione più uno di alimortis causa pandemia.

Ieri l’assessore Moratti ne ha presentato le "linee di sviluppo" alla Commissione Sanità, dove l’iter proseguirà per costruire il progetto di legge che la vicepresidente auspica sia "condiviso in maniera ampia", rivendicando il metodo di lavoro proposto dall’ufficio di presidenza della commissione che "valorizza" il contributo dei consiglieri, ai quali è stato presentato un documento che si limita a indicare "i temi chiave". Ed è "la sintesi di un percorso condiviso da tutta la maggioranza", insistono i consiglieri della Lega in risposta ai colleghi d’opposizione, che lo criticano per la "vaghezza" e la "mancanza di tempistiche certe". "Siamo all’anno zero, non sono stati nemmeno indicati i tempi di adozione della legge", attacca Samuele Astuti del Pd. Il radicale Michele Usuelli osserva che i prossimi "due mesi d’audizioni coinvolgeranno gli esperti su delle diapositive" in apparenza "confuse": cita le Ats ridotte a "scatole vuote" con compiti d’accreditamento "che dovevano essere dell’assessorato", mentre le Asst "mantengono il peccato originale dovendo gestire sia la sanità ospedaliera che quella territoriale, ciò determina una prevalente attenzione all’ospedale"; esprime "preoccupazione" sulla possibilità di erogare "l’attività ambulatoriale in libera professione intramuraria" all’interno dei Distretti che saranno ricreati nelle Asst, insieme ai dipartimenti di Prevenzione e di Salute mentale, su prescrizione ministeriale. Il tema del rapporto pubblico-privato impensierisce anche altri consiglieri, come la civica Elisabetta Strada e Niccolò Carretta di Azione, convinto anche che "piccolissime modifiche non risolvono le criticità evidenziate da Ministero e Agenas". L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in realtà, in una lettera letta da Moratti promuove le linee guida, anche se queste ne hanno recepito solo le prescrizioni e non i "suggerimenti" perché, rivendica l’assessore, la proposta di revisione "non è una toppa, vuole mantenere quello che c’è di positivo e migliorare quello che c’è da migliorare". L’assessore respinge le critiche sui tempi, elenca quelli imposti dal Pnrr (il piano di spesa del Recovery Fund): ricognizione entro settembre e individuazione entro dicembre dei siti in cui realizzare le Case di comunità (altrove chiamate "della salute"), gli Ospedali di comunità e le Cot ("Centrali operative territoriali", per gestire i pazienti fragili). Ma fa anche i numeri: 216 Case, 64 Ospedali di comunità e 101 Cot (una per Distretto), a dimostrazione che "lo spirito" della proposta di controriforma "è il rafforzamento della sanità territoriale, in maniera molto concreta".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro