ROBERTA RAMPINI
Cronaca

"Così ridiamo voce agli organi"

Nella Penitenziaria del Santuario il laboratorio per il restauro di canne e parti lignee degli antichi strumenti

di Roberta Rampini

Si lavora sulle parti lignee e sulle canne degli organi, nella Penitenzieria del Santuario della Madonna Addolorata di Rho. È qui che i restauratori della ditta Massimo Ferrari Trecate e della ditta Colzani Organi, dopo il lavoro di smontaggio, hanno catalogato e sistemato statue, putti, angeli e il materiale fonico (canne) del grand’organo e dell’organo espressivo, situati rispettivamente a sinistra e destra dell’altare maggiore.

I lavori di restauro per ridare colore, anima e voce agli organi del Santuario, “ammalati“ da tempo, iniziati il 9 novembre, proseguono secondo il croprogramma: 46 settimane di lavoro per un progetto di manutenzione straordinaria e restauro conservativo voluto dal Collegio dei Padri Oblati Missionari, anche cofinanziatore, che ha ottenuto un contributo di 110mila euro di Regione Lombardia attraverso la partecipazione a un bando di valorizzazione dei beni culturali appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche e di 30mila euro dal Comune.

"Dopo la fase di rimozione della polvere, le sculture e le parti decorative sono ora avvolte dai cosiddetti sacchi, involucri utilizzati per la disinfestazione dai parassiti del legno. Completata questa fase, siamo passati a quella di stuccatura anche con ritocchi della struttura lignea nel caso di parti danneggiate o mancanti – spiega Stefano Lavazza, architetto, progettista e direttore lavori –. Completato il consolidamento del materiale ligneo, i restauratori si concentreranno sulla messa in sicurezza degli intagli applicati e sulla ricollocazione di tutte le parti".

Gli interventi di restauro, i primi documentati, sono anche l’occasione di studio: "Gli organi del santuario di Rho sono pieni di questo valore, sono carichi di storia, una storia stratificata a partire dagli inizi del Settecento, avvalorata anche dalla Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia, che l’8 novembre 1973 li sottopone a decreto di vincolo – racconta Barbara Conti, storica, ricercatrice e profonda conoscitrice della storia del santuario rhodense –. Ci sono documenti scritti in cui si dice che Ferruccio Cusinati, maestro di coro e insegnante di Maria Callas, nel 1913 passò di qui a suonare l’organo. C’è sempre stata una grande attenzione alla musica e al coro, prima della costituzione della Schola Cantorum Rho i cantori venivano dal Duomo di Milano".

Restauro, storia e anche un curioso aneddoto: "Sulle casse dell’organo abbiamo trovato dei graffiti, che oggi verrebbero classificati come atti di vandalismo – conclude l’architetto Lavazza – cioè una serie di incisioni fatte con chiodi che riportano i nomi e cognomi di organisti e cantori. Documentano la loro presenza in Santuario, sono abbastanza nascosti e abbiamo deciso di tenerli". Accanto ai restauratori delle parti lignee, tra pochi giorni ci saranno anche quelli che dovranno occuparsi di mantici, somieri, canne, già smontate e custodite nella Penitenzieria in attesa delle cure.