Così il caro-bollette agita le chiese: dieci milioni di euro in più (almeno)

Dopo la pandemia, meno beneficenza. Ora prezzi alle stelle e più richieste di aiuto dalle famiglie

Migration

di Simona Ballatore

"Già l’anno scorso c’era stata un’impennata nel costo delle utenze ed era stata inviata una comunicazione alle parrocchie, con i consigli per contenere i consumi. Lo scenario è ancora più preoccupante e non sono ancora arrivate le bollette dell’inverno". A fare il punto - dati e bollette alla mano - è Daniele Ferrari, presidente del Gad, il Gruppo di acquisto diocesano, che aggrega 800 parrocchie milanesi sul totale di 1.030. Era stato pensato nel 2017, in tempi non sospetti, per cercare di contenere le spese, contrattando con i gestori prezzi più vantaggiosi. L’unione fa la forza, insomma. Anche adesso, per cercare di limitare il salasso. "Non ci aspettavamo un impatto di questo tipo e siamo preoccupati per le forniture, anche se i gestori ci hanno dato delle rassicurazioni", confessa Ferrari, sfogliando le bollette. Se una piccola parrocchia del milanese, la parrocchia Beata Vergine Assunta di Bruzzano, nel settembre 2021 spendeva 300 euro per 1.272 kilowattora di elettricità, ora ne deve spendere 1.070 per 1.400 kilowattora. La Veneranda biblioteca è passata dallo spendere 11mila euro, sempre per la corrente, a 60mila. "Qui ci sono opere d’arte, anche di Leonardo da Vinci, da salvaguardare. Impensabile spegnere tutto, c’è un microclima che è fondamentale mantenere per garantirne la conservazione", ricorda Ferrari.

Si apre poi il capitolo gas, ancora più bollente: passato da 0,21 centesimi a 2,42 euro. "In una parrocchia in provincia di Lecco la bolletta è tre volte quella del 202122", fa il punto il presidente del Gad. Anche i due anni di pandemia hanno lasciato il segno, con il calo della beneficenza, linfa per le parrocchie, grandi e piccole. Con chiese da illuminare, oltre a 120 scuole paritarie da riscaldare, soprattutto dell’infanzia, oratori, cinema, case di riposo, che sono da riscaldare e dove non si possono spegnere macchinari: ci sono pochi margini per contenere i consumi. Tirando le somme, sulla base alla situazione attuale, si stima di spendere almeno una decina di milioni di euro in più. "Vedremo cosa si potrà fare e speriamo nell’intervento del Governo – commenta Ferrari – . Anche perché vogliamo evitare ricadute su tariffe, servizi e attività. Le famiglie sono già in difficoltà. Aumentano le spese ma aumenta anche la richiesta di aiuto a parrocchie, Caritas e associazioni". Si rischia il cortocircuito. Si cerca di correre ai ripari. Per ora sono state date delle indicazioni di massima: accendere il riscaldamento il più tardi possibile, ridurre di almeno tre ore al giorno l’accensione dell’illuminazione e del riscaldamento, scendere di un grado e due, ottimizzare gli spazi.

"Sono le raccomandazioni di un buon padre di famiglia – sottolinea il presidente del Gruppo di acquisto diocesano -, ma le valutazioni verranno fatte dalle singole realtà, sia per le attività, sia perché ci sono situazioni e impianti molto diversi fra loro. Se pensiamo alle chiese con riscaldamento a pavimento, è più dispendioso per esempio spegnere e accendere, che mantenere la temperatura". Nel frattempo si sta pensando a un passo in più: costruire comunità energetiche. "Ne parlano tutti, ma ancora mancano i decreti attuativi - ricorda Daniele Ferrari -. Abbiamo esercizi nel cassetto, per non perdere tempo, ma sicuramente ormai è tardi per questa stagione".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro