Caso Mantovani, pm: "Deve restare in carcere"

L'ultima parola sul destino dell'ex vicepresidente della Regione Lombardia spetta comunque al gip Stefania Pepe: sarà lei a stabilire se accogliere o respingere l'istanza di concessione degli arresti domiciliari. Nel frattempo è aumentato il numero delle persone finite sotto indagine

Mario Mantovani (NewPress)

Mario Mantovani (NewPress)

Milano, 17 ottobre 2015 - No agli arresti domiciliari per Mario Mantovani che deve restare in carcere. E' questa l'opinione del pm di Milano, Giovanni Polizzi, che ha espresso parere negativo alla richiesta di scarcerazione presentata dall'avvocato Roberto Lassini, difensore dell'ex vicepresidente della Regione Lombardia arrestato martedì scorso insieme al suo segretario, Giacomo di Capua, e all'ingegnere del provveditorato opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria Angelo Bianchi.

Nel parere - non vincolante - il magistrato confuta una per una tutte le argomentazioni difensive contenute nella memoria che Lassini ha depositato questa mattina nella speranza di dimostrare l'estraneità di Mantovani alle accuse di corruzione, concussione e turbativa d'asta che gli sono contestate dalla Procura di Milano. L'ultima parola sul destino dell'ex vicepresidente della Regione Lombardia spetta comunque al gip Stefania Pepe: sarà lei a stabilire se accogliere o respingere l'istanza di concessione degli arresti domiciliari di Mantovani. La sua decisione è attesa nei prossimo giorni e dovrà arrivare necessariamente entro martedì.

Nel frattempo è aumentato il numero delle persone finite sotto indagine in questo nuovo filone di inchiesta sulle presunte tangenti nella sanità lombarda. Tra i nuovi indagati ci sono anche Francesco Errichello, ex provveditore interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e per la Liguria, e Antonio Pisano, personaggio molto vicino al politico di Forza Italia che secondo gli inquirenti avrebbe rivestito il ruolo di "cassiere della famiglia Mantovani". Nel fascicolo del pm Polizzi sono stati inoltre iscritti alcuni amministratori che sarebbero stati i "prestanome" di Mantovani nella gestione di diverse società a lui riconducibili. 

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