A gennaio la chiusura delle indagini, ora la richiesta di rinvio a giudizio per Angela Galbiati. La procura di Monza conferma le accuse – corruzione e turbativa d’asta – per l’architetto a capo dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Pessano che affidò all’impresario brianzolo Francesco Tallarita tre appalti ottenuti grazie alle mazzette versate o promesse. L’udienza preliminare si terrà a luglio.
Secondo i magistrati, la professionista avrebbe pilotato le gare per lo sgombero di neve e ghiaccio, per la manutenzione del verde e per la realizzazione della nuova oasi sul Molgora. Progetti andati in porto fra il 2020 e il 2021 per un valore complessivo di 227mila euro. Tutto ricostruito dall’indagine della guardia di finanza di Seregno che a maggio portò agli arresti domiciliari cinque persone coinvolte nell’inchiesta, fra le quali, lei.
Nelle intercettazioni del titolare delle società favorite dietro la promessa di una bustarella di 12mila euro più un cesto natalizio, si svela il rapporta d’amicizia fra la funzionaria e il suo protetto: "L’anno scorso a Natale sono andato a portarle il panettone lì a casa... siamo stati fino alle undici a chiacchierare". Mentre l’altro collega coinvolto, Davide Oggioni, "d’accordo con Galbiati" avrebbe promesso a una delle ditte riconducibili all’imprenditore "l’assegnazione dell’appalto sul verde senza che la gara fosse stata lanciata" e sempre lui per la Procura "aveva “guidato“ il sorteggio delle cinque imprese da invitare a presentare un’offerta dietro la promessa di regalie". L’impiegato deve rispondere di turbativa d’asta.
Il gip Gianluca Tenchio nell’ordinanza di custodia cautelare descriveva il "modus operandi" dell’imprenditore, a cui è stato anche trovato sul telefonino un elenco con i comuni e l’indicazione delle mazzette versate. Un promemoria che arriva sino all’hinterland.
Galbiati e Tallarita si conoscevano da prima che lei entrasse in servizio nel paesino del Milanese. Esattamente dai tempi in cui la professionista era a Macherio e sempre da presidente di gara ci fu l’aggiudicazione del bando per la costruzione dei colombari al cimitero alla ditta dell’amico. Un rapporto continuato a Pessano con le tre commesse finite sotto la lente degli inquirenti.
Barbara Calderola