NICOLA PALMA
Cronaca

Coronavirus, la Scala va in cassa integrazione: prove d’accordo col nodo erariale

Niente spettacoli dal 23 febbraio, il Piermarini ricorre all’ammortizzatore sociale Fis con causale Covid

Anna Netrebko raccoglie gli applausi del pubblico alla Scala

Milano, 21 aprile 2020 -  Anche la Scala utilizzerà il Fondo integrativo salariale (Fis), l’ammortizzatore sociale riservato alle aziende che non possono ricorrere alla cassa integrazione guadagni e per le quali si è resa necessaria la chiusura o la sospensione dell’attività in epoca coronavirus. Nelle intenzioni del Piermarini, la misura di sostegno al reddito, prevista dal decreto Cura Italia, dovrebbe essere applicata ai dipendenti assunti a tempo indeterminato a partire dal 1° marzo e per le successive 9 settimane, con la causale "emergenza Covid-19".

Del resto, il tempio della lirica, come tutti gli altri teatri, ha chiuso l’accesso al pubblico alle 13 del 23 febbraio e bloccato le attività interne alle 20 del 26, dopo l’emersione del primo caso di positività all’interno del Coro. Per di più, non c’è alcuna certezza sulla ripresa. L’introduzione del Fis è tuttora oggetto di una trattativa tra dirigenza e sindacati, in particolare sul reintegro della differenza tra l’entità dell’assegno ordinario (che verrà anticipato dalla Scala) e lo stipendio (escluse indennità turni e di cassa) che il singolo dipendente percepiva prima che scoppiasse la pandemia. Stando a quanto risulta al Giorno , nei giorni scorsi, i delegati di Cgil, Cisl, Fials e Uil hanno inviato una proposta ai vertici del teatro per trovare un accordo.

La bozza prevede che la Fondazione copra l’80% della differenza sotto forma di anticipazione di retribuzioni future; in cambio, i sindacati mettono sul piatto una moratoria di un anno sul rinnovo del contratto unico. E il restante 20%? Detto che ogni lavoratore può rinunciarvi, sarebbe reso sotto forma di future prestazioni extra (ad esempio doppie prestazioni il sabato e la domenica), in forma parziale o integrale (qualora si renda necessario per il pareggio di bilancio nel 2020). Misure differenti sono state ipotizzate per il personale amministrativo in servizio o in smart working e per coloro che hanno un contratto a tempo determinato, sia a retribuzione fissa che intermittente.

Al momento , le posizioni tra azienda e sindacati non paiono distanti, anche se sull’esito finale pende una spada di Damocle: le possibili contestazioni di danni erariali da parte della Corte dei Conti. Alla Scala sono in attesa di un’interpretazione chiara e definitiva delle direttive del Governo (anche perché altri enti lirici hanno già riscontrato lo stesso problema), così da arrivare a un’intesa inattaccabile. Sabato Cgil, Cisl, Fials e Uil hanno scritto a Meyer: "Certamente in questo periodo – si legge – avrà avuto modo di analizzare tutti i dati economici: non abbiamo debiti, una discreta liquidità e i finanziamenti pubblici confermati ( la quota del Fus destinata a via Filodrammatici, ndr ). Questo ci fa dire che è possibile, per noi sindacato indispensabile, salvaguardare l’attuale reddito di tutti i lavoratori".