
Coronavirus, test in laboratorio (Ansa)
Milano, 19 giugno 2020 - "Negli ultimi giorni si è registrato a livello nazionale un leggero aumento dei casi. Questo per un aumento degli screening e per alcuni focolai, che in Lombardia sono piccolissimi, mentre in altre regioni sono più ampi. Questo incremento è quindi frutto da un lato di una ricerca più intensa dei casi, dall'altro dalla presenza di questi piccoli nuovi focolai. Ciò vuol dire che il lockdown è stato indubbiamente uno strumento efficace, ma bisogna comunque stare attenti, perché il virus dà segnali di essere ancora capace di trasmettersi". Queste le parole dell'epidemiologo Vittorio Demicheli, direttore sanitario ATS di Milano e rappresentante delle Regioni nella cabina di regia del monitoraggio Covid 19 del Ministero della Salute nell'approfondimento in diretta Facebook con la Regione.
In Lombardia il numero dei nuovi positivi resta ancora significativo e "pesa" sul dato nazionale (ieri al 64%, ma si è anche toccato il picco di oltre l'85%). Ma come bisogna valutare questi nuovi positivi? "La Lombardia sta distinguendo tra nuovi contagi e positivi esito di screening, cosa anche ancora il sistema nazionale non fa - spiega Demicheli -. In Lombardia più della metà dei nuovi casi derivano da positività riscontrate dopo test sierologici, che sono sempre più diffusi". Questo cosa implica? "Vuol dire che per occorrenza nel tempo sono vecchi contagi. Inoltre si tratta di casi debolmente positivi quindi per quanto concerne la trasmissibilità molto probabilmente - e per questo sollecitiamo un intervento dell'autorità - avendo una bassa carica virale non sono in grado di trasmettere l'infezione".
Per quanto riguarda il futuro e i timori di una seconda ondata l'epidemiologo milanese spiega: "Dobbiamo tenere presente che ci sono due versanti. In primo luogo dobbiamo avere la capacità di accorgerci dell'inizio di una ipotetica seconda ripresa" In questo caso i "campanelli d'allarme" sono gli accessi al pronto soccorso, i dati delle terapie intesive e le chiamate ad Areu. "C'è poi l'altro versante, cioè la capacità di curare nel caso riprendesse la diffusione del virus, cosa che non ci auguriamo. E in Lombardia ogni giorno ci sono meno ricoverati quindi la capacità di rispondere a una seconda malauguarata ondata da noi c'è". Fondamentali saranno anche test e tracciamento: "Ne facciamo tanti - dice Demicheli -. Io sono seccato da tanti professori che ci fanno la lezione. Ci dicano quali sono test che dovremmo fare e non stiamo facendo" ha concluso.
Pur in una quadro in miglioramento, soprattutto per quanto è inerente alla pressione sugli ospedali, non si può abbassare la guardia: "Io prendo come esempio i focolai fuori dalla regione. Le situazioni di aggregazione sono fonti di grande pericolo, quindi bisogna evitarle. In questo momento non si può abbassare guardia su distanziamento fisico".