
La manifestazione dei lavoratori
Milano, 29 maggio 2020 - Un presente di incertezze, a causa dei ritardi nella liquidazione della cassa integrazione. E un’angoscia ancora più forte per la prospettiva di un futuro di "disoccupazione di massa". "L’emergenza economica rischia di essere grave come quella sanitaria" spiegano addetti alle mense, commessi, lavapiatti, facchini riuniti ieri mattina per un flash mob sotto Palazzo Lombardia. Una protesta "per sollecitare la Regione ad accelerare i tempi delle pratiche" dicono in una nota i sindacati Filcams Cgil, Fiasascat Cisl e Uiltucs Uil di Milano. Angela Maiocchi, addetta alla mensa scolastica in forza a una cooperativa, indossa un cartello dove sono ritratti dei "fantasmi". Il destino che potrebbe colpire lei e altre sue colleghe da settembre: "Si parla di riapertura delle scuole. Ma di mense non dice niente nessuno. Il nostro timore è che il servizio non sia più compreso. E noi che fine faremo?" si chiede la lavoratrice.
Già il presente è complicato. L’azienda ha anticipato il pagamento dei Fis (Fondo d’integrazione salariale) da "352 euro al mese. Prima si poteva arrivare anche a 550 euro" per un contratto part time di circa 15 ore. "Altre mie colleghe non hanno ancora ricevuto nulla perché l’azienda non ha anticipato l’ammortizzatore. E l’Inps che lo eroga è in notevole ritardo". Le prospettive incerte agitano anche il commercio tradizionale. Barbara Rizzardi, 53 anni, è stata commessa di H&M per 12 anni. Il suo store di corso Buenos Aires - come quello in via Torino - non ha riaperto dal 18 maggio: "Al momento sopravviviamo grazie all’anticipo della cassa da parte dell’azienda. Lo stesso marchio però che ha già detto che non potrà ricollocare tutti: qualcuno di noi diventerà un esubero". Una situazione incerta - fra dipendenti e atipici - che interessa 70 persone.
E ci sono anche i lavoratori degli alberghi: molti sono ancora chiusi. Come lo Sheraton Diana Majestic, 4 stelle prestigioso in viale Piave, dove Dario Corrado fa il lavapiatti. "L’azienda si è incaricata di antiparci il Fis fino a luglio. Ma il nostro è un settore che vive di turisti. I viaggiatori stranieri torneranno chissà quando. E la Lombardia è boicottata a livello nazionale con una campagna denigratoria che la dipinge come la “grande untrice”. Il futuro lo vedo molto nero".