REDAZIONE MILANO

Cornelli dal pm. Sentito per 9 ore: "Estraneo a tutto"

Esperto informatico agli arresti domiciliari interrogato per oltre 9 ore: nega coinvolgimento in presunta rete di cyber-spie a Milano.

Giulio Cornelli, uno degli esperti informatici agli arresti domiciliari dal 25 ottobre scorso nell’indagine della Dda e della Dna su una presunta rete di cyber-spie che ruotava attorno alla Equalize di Enrico Pazzali è stato interrogato per oltre 9 ore dal pm Francesco De Tommasi che con il collega Antonio Ardituro, coordina le indagini condotte dai carabinieri. Tante le domande poste, da quelle su eventuali contatti con appartenenti ai servizi segreti al cosiddetto "gruppo inglese" che da Londra avrebbe guidato il network milanese, fino alla attività di "esfiltrazione" dei dati. ll tecnico informatico, soprannominato "John Bologna", avrebbe spiegato di non aver mai conosciuto né le modalità di raccolta dei dati e nemmeno la destinazione finale dei report che assemblava. Ha ribadito di non essere stato lui ad "avere accesso diretto alle banche dati" , come lo Sdi e Serpico, ma di aver visto solo passargli davanti le "richieste di quella documentazione", ignaro del sistema ipotizzato dai pm. Quanto ai presunti contatti con l’intelligence e il "gruppo inglese", ha precisato di "non aver mai avuto nulla a che vedere con quegli ambienti". Sapeva solo che "c’era una mira di espansione all’estero, ma non era lui l’artefice" del progetto di estendere i confini del lavoro della rete". Cornelli è difeso dagli avvocati Giovanni Tarquini e Pierpaolo Astorina Marino.