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Consiglio Comunale di Cassina de' Pecchi, "Maternità surrogata nuova forma di schiavitù"

Il consiglio comunale di Cassina de' Pecchi si è espresso contro la maternità surrogata, definendola "nuova forma di schiavitù" e invitando il governo a universalizzare il divieto. La minoranza ha abbandonato l'aula, mentre la sindaca ha difeso la presa di posizione etica.

"Maternità surrogata nuova for ma di schiavitù, offensiva per la dignità della donna, lesiva degli interessi dei minori", in consiglio una mozione fiume a marchio centrodestra: "Il governo si attivi per l’’universalizzazione’ del divieto". "Lecito e doveroso – così la sindaca Elisa Balconi – occuparsi anche da quest’aula di temi nazionali, e testimoniare una presa di posizione etica e chiara". Ma la minoranza (eccezion fatta per un consigliere, Emilio Calabretta di Uniti per Cassina) non ci sta. Matteo Tacconi e Sandro Medei del Comitato civico Cassina hanno abbandonato l’aula prima della discussione del punto, in coda all’ordine del giorno consiliare, preannunciando tale intenzione in apertura dell’assise: "Dibattito ideologico cui non presenzieremo". Sono rimasti in aula invece i consiglieri di Cassina democratica e Progetto Cassina domani, Andrea Parma e Massimo Tognoni. Ma solo per un intervento al vetriolo che ha preceduto il voto contrario: "Mozione assurda e inutile – così Parma – dal momento che non può avere alcuna vera incidenza sull’azione del governo. Ma anche una mozione ‘distraente’ dai veri problemi, di cui peraltro abbiamo parlato anche questa sera. Fate meno ideologia, e occupatevi un po’ di più della città". La mozione “Universalizzazione del divieto di ricorso alla surrogazione di maternità da parte del cittadino italiano“ era annunciata da giorni, ed è stata letta in aula dalla capogruppo di maggioranza Viviamo Cassina e Sant’Agata Francesca Mazzoni. Documento dalla premessa lunghissima, a firma centrodestra e già in discussione in altri consigli comunali. Qualche stralcio. "Nella maternità surrogata la mercificazione del bambino e della donna è evidente. Non sembra una esagerazione accostarla a vere e proprie nuove forme di schiavitù". Ancora: "Al minore sono negati diritti quali la possibilità di conoscere le proprie origini, il proprio corredo genetico familiare e la propria madre". Monica Autunno