Comune-Montessori, c’è l’accordo sul debito residuo

La scuola Montessori a Milano potrà restare nella sede di via Milazzo grazie a un accordo con il Comune: dovrà pagare un milione di euro di debito in rate per 18 anni e offrire garanzie ipotecarie. Fine a sei anni di contenzioso legale.

Comune-Montessori, c’è l’accordo sul debito residuo

Comune-Montessori, c’è l’accordo sul debito residuo

C’è l’accordo con il Comune, la scuola Montessori potrà rimanere nella storica sede di via Milazzo, lo stabile municipale di pregio costruito nel 1904 e affacciato sul Chiostro di Santa Maria dell’Incoronata, ma dovrà pagare buona parte del debito di oltre un milione di euro accumulato nel corso degli anni per il mancato pagamento dei canoni d’affitto. La Giunta di Palazzo Marino venerdì ha approvato una delibera che mette nero su bianco la transazione stragiudiziale raggiunta con la scuola.

L’intesa prevede che la Montessori versi all’atto della stipula della transazione 302 mila euro e che paghi il residuo importo di 450 mila euro in rate annuali per 18 anni, la durata della nuova convenzione che sarà sottoscritta da Comune e istituto scolastico: la prima rata dovrà essere versata alla fine del primo anno di concessione. Non solo. I vertici della Montessori si impegnano a costituire una garanzia ipotecaria su due immobili di loro proprietà, il primo in via Elba 12 e il secondo il via Elba 28. L’esecutivo ha detto "sì", visto che la precedente proposta della Montessori prevedeva condizioni più sfavorevoli per l’amministrazione: il pagamento del debito era dilazionato in 30 anni.

Alla fine, caso chiuso, dopo oltre sei anni di scontro legale. Sì, perché nel 2019 una sentenza del Tar aveva dato ragione al Comune sul debito di oltre un milione di euro dovuto dalla scuola e Palazzo Marino aveva avviato un accertamento esecutivo, intimando alla Montessori di pagare 1.013.069 euro, la differenza tra il canone dovuto per la concessione scaduta e quello effettivamente versato dalla scuola dal 2005 al 2018. Ma nel giugno del 2020 la scuola aveva impugnato l’accertamento esecutivo davanti al Tribunale di Milano, sostenendo che la pretesa creditoria dell’amministrazione fosse infondata. Muro contro muro. Fino alla transazione stragiudiziale.

Massimiliano Mingoia

Nicola Palma

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