MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il Comune si riprende 40 immobili: Casa Crescenzago torna al quartiere

Due fondi costituiti 18 anni fa in epoca Moratti saranno liquidati, gli edifici invenduti valgono 40 milioni. L’assessore Conte: il residenziale sosterrà il nostro piano con un patrimonio di 257 alloggi di cui 109 vuoti

I rappresentanti di Anpi e Legambiente, ospitate nell’immobile con altre 6 associazioni, che avevano portato un ricorso (poi respinto) davanti al Tar

I rappresentanti di Anpi e Legambiente, ospitate nell’immobile con altre 6 associazioni, che avevano portato un ricorso (poi respinto) davanti al Tar

Milano – I due fondi immobiliari del Comune, in scadenza il prossimo 30 giugno, saranno messi in liquidazione: Palazzo Marino si riprenderà i suoi (ex) edifici destinati alla vendita – quelli che dopo 18 anni sono ancora nel portafoglio dei fondi –, per un valore di oltre 40 milioni di euro.

Immobili che serviranno anche a sostenere il Piano Casa, con un patrimonio di 257 alloggi di cui 109 vuoti. Una delibera proposta dall’assessore al Bilancio, Demanio e Piano straordinario Casa Emmanuel Conte, approvata giovedì dalla Giunta di Palazzo Marino, indica le linee per le procedure di liquidazione. Si comincerà dalla riacquisizione di un palazzo simbolo: l’ex Municipio di Crescenzago in piazza Costantino, sede da anni dell’Anpi locale, della sezione Legambiente e del Corpo musicale, che si sono battuti perché il sito restasse pubblico.

Ma di quali fondi stiamo parlando? Il “Fondo Immobiliare I Bnp Paribas Comune di Milano” era stato costituito il 28 dicembre 2007, all’epoca della sindaca Moratti, con un portafoglio immobiliare di 76 beni, 1.540 unità immobiliari di cui oltre metà residenziali, il 35% commerciali, magazzini e uffici, il resto box e autorimesse, per un valore di 255 milioni. Il Comune trasferì le sue proprietà al fondo incassando 153 milioni cash e 102 milioni in quote. Dalle vendite sono stati ricavati 268,3 milioni e gli immobili rimasti sono 21, per un valore di 34 milioni, tra cui quelli residenziali di piazza Santa Maria del Suffragio e di via De Roberto e le ex colonie di Cesenatico e Sondalo.

Il “Fondo II“, costituito il 31 dicembre 2010, includeva invece un portafoglio immobiliare di 65 asset fuori dai confini cittadini, edifici non residenziali, unità immobiliari in condominio, per un valore di 99 milioni 455mila euro; la metà è stata corrisposta al Comune con l’emissione di quote. I ricavi dalle vendite sono stati 102,6 milioni, gli immobili rimasti 19, e valgono 7,6 milioni. Il palazzo più prestigioso è Villa Tigellius, a Recco. In totale il Comune aveva trasferito ai due fondi 140 proprietà, per un valore di circa 355 milioni. Tra le vendite realizzate negli anni ci sono i parcheggi di piazza Diaz e largo Corsia dei servi, il palazzo storico di via Morigi 8, lo stabile di corso Como 11, l’ex teatro di via Mascagni, la stamperia di via Giannone, il palazzo di via Bagutta 12.

Ma adesso si cambia. Niente più fondi perché il Comune ritiene che il patrimonio rimasto nel portafoglio “possa essere valorizzato sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista sociale - sottolinea l’assessore Conte - attraverso mirate e specifiche procedure di valorizzazione condotte direttamente dall’amministrazione”. Alcuni edifici potranno essere destinati alla valorizzazione culturale e sociale, oppure economica e commerciale, attraverso bandi pubblici. Quelli residenziali incrementeranno l’offerta abitativa del Piano Casa. Valorizzazione anche per i siti in luoghi turistici.

Intanto, la priorità è restituire al quartiere l’ex Municipio di Crescenzago, che risale agli inizi del ‘900 ed è vincolato. Le associazioni ospitate al piano terra si sono sempre opposte alla vendita, chiedendo di trasformarlo in una “Casa Crescenzago” per la socialità. Ci sono state mobilitazioni, raccolte firme, un ricorso al Tar per chiedere la permuta con un’altra area (dopo l’approvazione nel 2015 in Consiglio comunale), mai perfezionata, che è stato ritenuto inammissibile.

Ora l’obiettivo è raggiunto con la liquidazione del fondo. “Il Municipio 2 - dichiara il presidente Simone Locatelli - si è sempre pronunciato affinché lo stabile restasse pubblico. Adesso, insieme ai cittadini, valuteremo il percorso”. Per Giuseppe Natale, presidente di Anpi Crescenzago e di “Casa Crescenzago” che include 8 associazioni, “si celebra una vittoria. C’è stato un dialogo che ha portato al bene della collettività. Ora lavoriamo per creare davvero “Casa Crescenzago””.