Come ti aggiro le regole Pannello ignifugo, anzi no

Per l’accusa, certificazione antincendio del rivestimento ottenuta con "artificio"

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Il gioco delle tre carte. Fu più o meno così, stando alla ricostruzione degli investigatori,che produttori e distributori riuscirono ad ottenere in modo truffaldino l’omologazione dei pannelli “Larson Pe“, quelli che poi misero a rivestire esternamente la Torre dei Moro, il grattacielo di via Antonini andato a fuoco a fine agosto di un anno fa in pochi minuti proprio grazie all’effetto “infiammabile“ di quel rivestimento in teoria ignifugo.

Prodotto dall’azienda spagnola Alucoid, era la ditta marchigiana Cantori spa a curarne sia la produzione che la commercializzazione in Italia. I vertici delle due società sapevano benissimo, stando all’accusa, che quei pannelli erano tutt’altro che antincendio. Così ancora agli inizi dell’affare, nel 2005, "concordarono di non sottoporli alle tipologie di prove europee di clasificazione al fuoco" ma di puntare ad ottenere una meno impegnativa omologazione ministeriale in base alle norme italiane. "Certificazione quest’ultima - scrive il pm Marina Petruzzella nel contestare l’incendio colposo a 18 persone - che avrebbero utilizzato in altri loro commerci, per forniture messe in opere anche in edifici pubblici quali ospedali, aeroporti, centri commerciali".

E per avere quella omologazione, Alucoil e Cantori spa si rivolgono all’Istituto Giordano di Bellaria. Ma, secondo la procura, “truccando“ le carte. Prima dichiarano per iscritto che il “Larson Pe“ sarebbe stato "appoggiato su supporto incombustibile" come se volessero addossarlo a un muro (mentre in realtà l’avrebbero usato in modo ben diverso, rendendo possibile l’ampio passaggio di aria che difatti alla Torre dei Moro ha alimentato le fiamme). In più, osserva il magistrato, "come campioni per le prove" inviano all’istituto Giordano "non i veri pannelli Larson Pe", cioè tagliati su misura e piegati "per essere appesi a una retrostruttura" tipo quella del grattacielo di via Antonini. No, spediscono soltanto "ritagli rettangolari piani del loro materiale di composizione". Il gioco delle tre carte, insomma.

Ma i tecnici del “Giordano“, che rilasciarono la certificazione nel 2010 ma non sono indagati, davvero ci cascarono come polli. Chissà. Quel che pare certo è che sarebbe difficile, per l’accusa, sostenere che anche loro abbiano in quel modo concorso all’incendio della Torre dei Moro. Quanto all’eventuale loro complicità nel rilascio del “falso“ certificato di omologa dei pannelli Larson Pe, il reato sarebbe comunque prescritto.

Mario Consani

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