MILANO – Una lite in pieno giorno culminata con le coltellate in strada, a Quarto Oggiaro. Il ferito finisce all’ospedale con tagli all’addome e una lussazione alla spalla. L’aggressore si costituisce tre giorni dopo alla polizia e da domenica è a San Vittore. Si chiama Salvatore Di Cataldo, ha 29 anni ed è un volto noto alle forze dell’ordine, finito già in carcere per una sfilza di reati commessi fin da minorenne. “Ora ho un sogno: diventare meccanico”, diceva nel 2017, intervistato da don Claudio Burgio, il cappellano del carcere minorile Beccaria.
Lo stesso istituto penitenziario che nel 2012 si spalancò pure per suo fratello minore: “Pulce“, allora quattordicenne, uno scricciolo con la grinta di un bandito consumato. Adesso è il più grande a tornare sulle pagine di cronaca. I fatti risalgono allo scorso 6 agosto: poco dopo le 15 in via Amoretti, ha aggredito con un coltello l’attuale partner della sua ex compagna (con la quale ha una bimba di 4 anni), un uomo di 24 anni, causandogli ferite all’addome e una lussazione alla spalla poi giudicate guaribili in 21 giorni. Le versioni su quanto accaduto sono contrastanti: in base a quanto raccolto quel pomeriggio dalla polizia, ascoltando la vittima e la ex compagna, Di Cataldo avrebbe sferrato le coltellate all’attuale fidanzato di lei dopo averlo incrociato sotto casa sua mentre era con la ragazza. Diversa la versione dell’arrestato, spiegata dal suo avvocato Giuseppe Pennisi “e resa al gip in fase di convalida”.
Di Cataldo sarebbe uscito di casa per consegnare la bambina di 4 anni alla sua ex compagna, che era a bordo di un’auto. Una volta fuori, avrebbe visto il fidanzato della giovane all’interno di un’altra macchina. Tra i due, per motivi ignoti, sono volate scintille, c’è stata una lite e poi una colluttazione.
L’aggressione con la lama, stando a questa versione, è scattata quando Di Cataldo ha notato che il ventiquattrenne apriva il baule dell’auto e, temendo potesse avere un’arma, ha preso il coltello che teneva nel suo zaino colpendolo con i fendenti. “Voleva difendersi”, dice il legale. Poi si è allontanato.
Immediatamente, mentre il ferito veniva soccorso dal 118 e poi accompagnato al Niguarda, sono scattate le indagini dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura. Di Cataldo era irreperibile.
La polizia di Stato, coordinata dalla Procura, ha eseguito domenica 11 l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un guaio che si aggiunge al procedimento penale attualmente in corso per atti persecutori verso la ex compagna – si legge in una nota di via Fatebenefratelli –, aggravati dal fatto di averli commessi nei confronti di persona con la quale era stato legato da relazione affettiva e tramite strumenti telematici. Nei confronti di Di Cataldo gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale hanno quindi redatto una comunicazione di reato per lesioni personali aggravate dall’uso dell’arma ai danni del ventiquattrenne e per atti persecutori ai danni della ragazza.
L’avvocato Pennisi fa sapere di aver accompagnato il suo assistito in Questura prima il 9 agosto, quando è stato indagato a piede libero per lesioni gravi, e poi domenica, dopo l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare. Quel giorno i poliziotti gli hanno notificato la misura restrittiva, accompagnandolo poi a San Vittore.