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Uccise clochard in Stazione Centrale, ex agente Polfer arrestato in Colombia / VIDEO

L'uomo si era rifugiato a Bogotà qualche anno fa. Era stato condannato a 11 anni e 4 mesi per la morte di Giuseppe Turrisi

Due agenti della Polfer (Foto di repertorio Newpress)

Milano, 8 ottobre 2016 - Gli agenti della sezione Omicidi della Squadra mobile, con la collaborazione della polizia colombiana e dell'Interpol, hanno arrestato a Bogotà Emiliano D'Aguanno, ex agente della Polfer condannato in via definitiva per l'omicidio preterintenzionale di un clochard nel 2008. Il trentacinquenne era fuggito in Sudamerica pochi giorni prima del verdetto della Suprema Corte. D'Aguanno viveva in un monolocale del centro e stava cercando di aprire un'agenzia di viaggi. È stato tradito dalla passione del calcio: i poliziotti lo hanno preso prima di una partita con una squadra di calcio universitario.

D'Aguanno era fuggito in Argentina e, una volta atterrato a Buenos Aires, aveva raggiunto prima l'Ecuador e poi la Colombia. Giocava in una squadra di calcio locale universitaria, il Cun, e si manteneva facendo lezioni di italiano in attesa di aprire una agenzia di viaggi. Non aveva famiglia. Il 35enne non ha opposto resistenza al momento dell'arresto, ora è in carcere in Colombia mentre sono state avviate le pratiche per l'estradizione. L'uomo aveva contatti sporadici con i parenti italiani. Il 34enne Domeinco Romitaggio, che era assieme al collega quando fu picchiato a morte il senzatetto, si era invece costituito. "È un pò cambiato da allora, è più magro e con i capelli lunghi raccolti in un codino - ha spiegato Lorenzo Bucossi, dirigente della Mobile milanese - È stato tradito dalla sua grande passione per il calcio, faceva parte della Cun, una squadra universitaria. Chiaramente i suoi compagni non avevano idea della sua storia. Ci tenevamo molto che a prenderlo fosse la polizia di Milano. È stata però importante la collaborazione dell'Interpol".

LE SENTENZE - D'Aguanno, assieme al collega 34enne Domenico Romitaggio, aveva causato la morte del clochard Giuseppe Torrisi, allora 58enne, il 7 settembre in Stazione Centrale. I due sostenevano di essere stati aggrediti dalla vittima con un coltellino. Condannati per omicidio preterintenzionale e per falso ideologico, D'Aguanno e Romitaggio hanno visto diventare la sentenza definitiva nel 2014. "Si è trattato di un pestaggio debordante e selvaggio", aveva sottolineato il sostituto procuratore generale Pasquale Fimiani, il quale aveva ottenuto il passaggio in giudicato del verdetto emesso dalla Corte d'assise d'appello di Milano il 29 gennaio 2013. "C'è un fotogramma - aveva ricordato il magistrato Fimiani - che inquadra il povero Turrisi mentre entra, vivo e con i suoi piedi, nell'ufficio della Polfer dal quale uscirà portato via in ambulanza". L'uomo è stato ucciso a furia di botte. E "mortale" è stato "un calcio al costato serrato con gli anfibi che gli ha provocato emorragie interne", aveva aggiunto Firmiani ripercorrendo le conclusioni della sentenza d'appello. Turrisi morì poco dopo in ospedale. In primo grado i due agenti erano stati condannati a pene più lievi: il primo a dieci anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e il secondo a tre anni per falso. In secondo grado, invece, le pene erano state inasprite e anche Romitaggio era stato ritenuto colpevole dell'omicidio. I due poliziotti sono stati anche condannati a pagare le spese di giustizia e a rifondere con 4mila euro le spese dei difensori della parte civile.