Milano, 16 ottobre 2023 – Tre litri di droga dello stupro importata in Italia dalla Cina e pagata in Bitcoin: processo per Ciro Di Maio, il conduttore tv e attore, arrestato un anno e mezzo fa con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio. Il sostituto procuratore di Milano Baj Macario, dopo le indagini della Gdf di Malpensa, ha chiesto per lui il giudizio immediato.
Il primo arresto
Per un analogo reato, Gbl spedita dall'Olanda, il 24 agosto 2021 era stato arrestato e poi condannato a un anno e 4 mesi Di Maio, che in tv ha esordito a fine anni '90 come uno dei "Carramba boys”, fu arrestato e condannato in primo grado dal Tribunale di Milano a un anno e 4 mesi (concesse le attenuanti generiche) e a una multa da 3.800 euro. Condanna poi dichiarata nulla dalla corte d’appello e il processo è in fase istruttoria
Dalla Cina
Il secondo arresto, che ha visto l'ex conduttore Rai prima ai domiciliari e poi in libertà allo scadere dei termini di custodia cautelare, parte da una spedizione arrivata alla Cargo City dell'aeroporto di Malpensa proveniente dalla Cina, intercettata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa che hanno individuato la sostanza stupefacente. Con l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria di Busto Arsizio, i finanzieri hanno eseguito una consegna controllata al fine di acquisire ulteriori prove utili a individuare i responsabili del traffico di droga seguendo, in incognito ed a distanza, la spedizione fino alla consegna della stessa al destinatario avvenuta a Milano.
La “Gisella”
Il conseguente intervento in flagranza, ha consentito di sequestrare la spedizione contenente circa 3 litri di Gbl e di arrestare l'importatore. Durante l'operazione, i finanzieri hanno perquisito l'abitazione dell'arrestato ed hanno trovato altro Gbl, in gergo detto anche "Gisella” o “Geena”, cocaina e mefedrone.
La difesa
La "Gisella” importata in Italia veniva successivamente assunta oppure ceduta, secondo l'accusa, utilizzando in quest'ultimo caso anche servizi di corrieri a richiesta. Dai primi accertamenti era emerso che Di Maio acquistava lo stupefacente on-line e lo pagava in moneta virtuale: l'etichettatura indicava che il pacco conteneva silicone. In sede di convalida davanti al Gip, Di Maio si era avvalso della facoltà di non rispondere rilasciando spontanee dichiarazioni: “La droga era per uso personale. Non l'ho mai ceduta ad altri”.
La precisazione
"Non è nuovo il secondo processo in cui Ciro Di Maio, attore e conduttore tv, è accusato di aver importato la cosiddetta droga dello stupro”. La precisazione è dei legali dell'attore e conduttore tv, Federica Bonomini e Rossella Gallo. Il processo, hanno precisato, “si riferisce ad un vecchio arresto (il primo) avvenuto il 17 dicembre 2020 a seguito dell'importazione di tre litri di Gbl dalla Cina (rinvenuti dalla Gdf a Milano Malpensa)”. “Non c'è alcun nuovo processo per Ciro Di Maio o alcuna nuova operazione o sequestro di droga nei suoi confronti, si tratta di due operazioni che risalgono a tre anni fa”, hanno sottolineato.
Inoltre, la condanna emessa dal Tribunale di Milano a un anno e quattro mesi per una spedizione dall'Olanda è stata dichiarata nulla dalla Corte d’appello e il processo è in fase istruttoria - hanno spiegato le avvocatesse - mentre il secondo processo, il primo in ordine di tempo, è già in corso da diverso tempo presso il Tribunale di Milano dove devono ancora essere acquisite le prove della difesa, a dimostrazione del fatto che l'ex presentatore non cedesse a terzi la sostanza ma la "utilizzasse personalmente, come dimostra una prescrizione del SerD di dosi 'a scalare”. Di Maio, proseguono le avvocatesse “non ha più alcuna misura cautelare da due anni e mezzo”.