LAURA LANA
Cronaca

Cinisello, al Mufoco una lotteria con i ricordi e i racconti dei cittadini

Il progetto artistico di Ilaria Turba dopo cinque mesi è diventato una grande festa popolare con un'estrazione speciale di 151 oggetti "preziosi"

L'artista Ilaria Turba alla lotteria in Villa Ghirlanda

L'artista Ilaria Turba alla lotteria in Villa Ghirlanda

Cinisello Balsamo (Milano), 25 febbraio 2024 – La prima estrazione è andata a vuoto, mentre la seconda ha visto il signor Elio Caldari andar via con un coccodrillo di legno. La signora Carla ha vinto una borsa cucita a mano da una degli speaker del Pertini Radio e Marco Ricci addirittura è tornato a casa con tre regali. Oggi, domenica 25 febbraio, alla Sala del Paesaggio di Villa Ghirlanda Silva è andata in scena una lotteria speciale, che ha coinvolto residenti, associazioni, Museo di Fotografia Contemporanea e Comune dalla mattina fino alle 20.

“Che Lotteria!” è l’evento finale di un percorso condiviso e aperto a tutta la città, durato cinque mesi, in cui si sono potuti vincere immagini e oggetti donati dai cittadini e dagli amici del Mufoco. Su un lungo tavolo specchiante e illuminato di 9 metri sono stati disposti 151 oggetti, donati dai cinisellesi per l’estrazione che oggi è andata in scena in tre tranche.

“Sono delle cose importanti e preziose, che le persone hanno voluto trasmettersi e scambiarsi oggi e che resteranno nel tempo, come dei messaggi in bottiglia, grazie all’opera finale del progetto - spiega l’artista Ilaria Turba -. Tutti i premi, prima di essere distribuiti nella Lotteria, sono stati fotografati e raccolti in uno schedario accompagnati da un messaggio che racconta la loro storia e il motivo per cui sono stati scelti. Questo piccolo schedario, accompagnato dall’audio della giornata di festa, sarà l’opera finale che verrà acquisita e conservata per le generazioni future nell’archivio del museo”.

Ilaria Turba ha lavorato da ottobre a questo progetto articolato. “Mi occupo di arte partecipata e relazionale. Quando arrivo nei territori, per prima cosa cerco di capire le persone e il luogo che devo rappresentare. Da ottobre ho iniziato a incontrare e intervistare 50 cittadini, coprendo un tessuto umano variegato che è legato in modo sorprendente con un associazionismo che è piuttosto raro nelle comunità. Questo dialogo fittissimo è sfociato in tavoli di lavoro. Da qui l’idea di una lotteria classica ma con concetto base diverso: i premi sono doni delle persone e sono oggetti che rappresentano storie e immagini”.

Ogni regalo è stato accompagnato da un messaggio per la persona sconosciuta che lo ha vinto grazie all’estrazione. “Abbiamo raccolto 151 oggetti da estrarre a sorte in una giornata che è stata costruita in una grande festa con interventi musicali di artisti locali per attraversare il tempo della villa: dalla musica classica a quella anni ‘50 e fino al dj set”. Un evento ibrido di arte contemporanea, che se si presenta come festa popolare e che si inserisce nelle celebrazioni per i 20 anni del Museo di Fotografia Contemporanea, che si appresta a diventare museo nazionale.

“Vent’anni fa venni all’inaugurazione del Mufoco da studentessa milanese. È emozionante oggi continuare idealmente questa tradizione di arte pubblica. Non solo i premi esposti sono diventati un’installazione e un pezzo di immaginario di questa città, ma l’idea è proprio che le persone siano l'opera”.

Tra gli oggetti messi in palio anche un’immagine di don Bosco, donata dal sindaco Giacomo Ghilardi, e anche pezzi più criptici come la bottiglia di vetro, piena d’acqua, insieme all’ombrello vinti da Luigi Alberga e donati da Ivan Fumagalli. “Nei prossimi anni l’acqua sarà un bene sempre più prezioso. Nello stesso tempo i cambiamenti climatici porteranno sempre più piogge intense, concentrate in poco tempo, come abbiamo già sperimentato”, commenta Fumagalli. Si fa arte e si lanciano messaggi, anche giocando. “Fin dall'apertura del Mufoco ci siamo profondamente interrogati sul rapporto con il territorio e con il pubblico – conclude il curatore del progetto Matteo Balduzzi -. Nel corso di questi vent'anni di lavoro abbiamo invitato numerosi artisti a misurarsi con diverse forme di partecipazione, sperimentando insieme a noi progetti capaci di coinvolgere in modo attivo le comunità e contemporaneamente di mettere alla prova la fotografia e l'immagine come strumento di relazione, dialogo, memoria. Ne risulta una storia unica e preziosa, di cui il lavoro con Ilaria Turba costituisce un'ideale prosecuzione”.