SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano, un tesoro di cineteca: ecco il primo archivio d'Italia

Il Leonardo ritrovato, l'ultimo dono alla storia

L'archivio storico di Fondazione Cineteca Italiana è il primo fondato in Italia

Milano, 19 novembre 2018 -  Oltre  35mila pellicole, le prime sono custodite lì dal 1947, e un impegno: salvare la storia, restaurare capolavori. L'ultimo affonda le radici nella storia di Milano e si proietta nell'anno dedicato a Leonardo da Vinci: il “Cenacolo di Luigi Rognoni” (1949). L'archivio storico dei film di Fondazione Cineteca Italiana è il primo archivio film fondato in Italia. Già nella seconda metà degli anni Trenta i fratelli Luigi e Gianni Comencini insieme ad Alberto Lattuada cominciarono a collezionare bobine. Cresciute, anno dopo anno. Crearono la Cineteca col suo archivio, lottarono più volte con le unghie e con i denti per garantirle un futuro. Ed eccola qui, 71 anni dopo, con esperimenti cinematografici dell'Ottocento, copie uniche, le prime pellicole del Golem e di Nosferatu, capolavori italiani da “Rocco e i suoi fratelli” a “Io la conoscevo bene”, colossi internazionali da “I 400 colpi” di Truffaut a “Blade Runner”. «Mio padre tornava a casa carico di ansie – racconta Luisa Comencini, figlia di Gianni, oggi segretaria generale – perché i soldi per questa Cineteca non si trovavano mai. È stata una vera battaglia, ai tempi non ne comprendevo la durezza, che poi mi si è fatta chiara più avanti». Ha cominciato a lavorare qui negli anni '70, occupandosi all'inizio della biblioteca. «La storia è sempre stata in salita per coprire anche i costi dei restauri e per aprire sempre più il sacrario dell'archivio alle nuove generazioni, con visite guidate e innumerevoli attività. Un obiettivo a cui anche i primi cinetecari tenevano molto».

I restauri  sono sempre più sofisticati, in 4K. Si conservano nitrati per anni, si lavora di 'cucito' col materiale delle altre cineteche per dare alle “vecchie” pellicole qualità eccellente, per farle tornare a raccontare. Così ecco riapparire il restauro di un restauro: “L'ultima cena di Leonardo da Vinci” restaurata da Mauro Pellicioli e immortalata da Luigi Rognoni. «C'è un'unica copia infiammabile di questo lavoro – spiega Matteo Pavesi, direttore generale della Fondazione Cineteca Italiana –, è più di un documentario. Siamo nell'immediato dopoguerra, Santa Maria delle Grazie è stata bombardata ed è rimasta la parete col capolavoro di Leonardo da Vinci, coperta solo da un tendone. Ci sono temi tecnici e etici e un nuovo rilancio della cultura nel restauro, discusso, del Pellicioli. Siamo felici di questa rinascita».

In 12 minuti si sfoglia un capitolo di storia, di arte, di Milano. È stato ritrovato anche il “ciak” e il momento preparatorio del film. Un tesoro. È stato appena completato anche un nuovo restauro del primo Pinocchio del 1911, diretto da Giulio Antamoro. «Abbiamo recuperato i negativi che avevamo, valorizzato la parte digitale e inserito una colonna sonora esaltante, col gruppo avanguardistico spagnolo Big Lomo», spiega Pavesi. Un altro capitolo importante è dedicato all'animazione. «Un lotto che ci distingue dalle altre cineteche italiane – ricorda Comencini – siamo stato depositari dei film di Bruno Bozzetto, Maurizio Nichetti, Osvaldo Cavandoli, Pierluigi De Mas». E proprio di De Mas è recentemente tornata alla luce la prima serie di Tofffsy, del 1964, “Tofffsy e l'erba musicale”. Il primo documentario di Luigi Comencini dedicato alla sua Cineteca è “Il museo dei sogni” (1949). E il sogno continua in quel tempio del cinema diventato interattivo.