Le serrande all’angolo tra le vie Giordano Bruno e Rosmini sono abbassate. Chiusa la “Rosticceria Bolin“ di Jingcong Shu e Alfen Xu, marito e moglie di 58 e 59 anni che giovedì sera hanno perso la vita dopo essersi schiantati contro la vetrina di un negozio di dischi a bordo della loro Porsche Cayenne in via Aleardi 2. A meno di 60 metri dalla loro attività commerciale. Sulle cler non c’è un segno di lutto ma solo un cartello scritto in ideogrammi: “Venerdì chiuso“, la traduzione. Perché casualmente ieri era la giornata di chiusura settimanale del locale “in cui servivano la colazione migliore di Chinatown”, si azzardano a dire i clienti più affezionati spiegando che gli habituè più mattinieri si presentavano alla porta già alle 6.
Ma niente sarà più come prima. “Difficile credere che Jingcong e Alfen siano morti”, il commento di un negoziante vicino. “Qui in zona siamo tutti sconvolti: li conoscevamo bene, avevano aperto il loro punto di ristoro almeno 20 anni fa diventando a poco a poco un punto di riferimento per la comunità, che lì poteva trovare cibo da asporto cucinato in modo tradizionale, secondo le usanze di Wenzhou”, la cittadina di cui marito e moglie erano originari, che si trova nella parte sud-orientale della provincia cinese dello Zhejiang.
“Lavoratori instancabili – li dipinge un amico di lui, conterraneo, che vende bigiotteria –: sollevavano le serrande all’alba per preparare le colazioni, richiestissime. Poi andavano avanti fino a sera, insieme alla sorella di lui che li affiancava, e tornavano a casa dai loro figli. Due giovani, uno dei quali studente universitario. Questa notte non ho dormito per il dispiacere”. Rinomata la loro gastronomia: tanti si servivano da loro anche per i pranzi a casa, con ospiti.
Un’impresa familiare messa in piedi con le loro forze e molto apprezzata stando anche alle recensioni online. Pochissime le critiche negative, tanti i commenti entusiasti per i baozi (o bao), i panini ripieni cotti al vapore, per i ravioli di ogni tipo e le uova al tè. Gettonati il riso glutinoso, dolce, le melanzane stufate, ma anche lo youtiao, impasto dalla forma allungata fritto nell’olio che si accompagna al latte di soia zuccherato bollente. Immancabili, gli arancini di riso. Un ambiente rustico, che accoglieva i clienti in un viavai continuo.
“Alla rosticceria Bolin – commenta la commessa di un altro negozio di Chinatown – prendevo spesso i pasti da consumare velocemente durante la pausa pranzo. E come me tanti altri lavoratori della zona”. Le giornate di marito e moglie erano scandite dal lavoro. Poche le pause. “Quella per il caffè era routine. Jingcong veniva a berlo da noi due volte al giorno”, raccontano al bar di fronte. Così anche giovedì. “Lo abbiamo visto dopo pranzo, l’ultima volta”.
Poi “nel pomeriggio – fa sapere un amico – aveva detto di non sentirsi tanto bene, di avere mal di testa”. Un malessere che evidentemente non aveva allarmato il cinquantottenne più di tanto, che si è messo alla guida della sua Porsche Cayenne poco prima delle 20, con sua moglie accanto. Ma subito avrebbe perso il controllo del suv andandosi a schiantare contro le vetrine di un negozio di dischi per motivi ancora da accertare, verosimilmente legati a un malore. E le parole di chi lo ha incontrato nelle ore precedenti darebbero credito a questa ipotesi.
“La comunità cinese – commenta Francesco Wu, presidente onorario dell’Uniic, Unione imprenditore Italia Cina – è molto scossa dalla tragedia, tanti hanno manifestato tristezza per la coppia, scrivendo che “ha lavorato sodo tutta la vita“, sui social e nelle chat di gruppo. Siamo vicini ai familiari che hanno perso i loro cari”.