Milano - Dai 160 cinema degli anni Settanta si è passati alle "29 attuali strutture cinematografiche" per un totale di "100 schermi" a Milano città secondo i dati di Anec Lombardia. Numeri che fanno riflettere sulla crisi delle sale, iniziata già col trionfo delle tv a pagamento e i download illegali e accelerata negli ultimi anni dal diffondersi delle piattaforme digitali.
È il centro storico il cuore della Spoon River cinematografica. Delle tante sale di corso Vittorio Emanuele e dintorni, un tempo "piccola Broadway", ne è rimasto solo il ricordo. Dopo aver chiuso l’Astra nel 1999, erano seguite a catena le cessazioni di Ariston, Corso, l’Ambasciatori all’inizio del nuovo millennio. E poi quelle di Corallo, Mediolanum, Manzoni, Pasquirolo, Excelsior, Mignon. Al posto delle fabbriche dei sogni, riqualificazioni legate al mondo retail. È quanto successo cinque anni fa anche al multisala Apollo di Galleria De Cristoforis sulle cui ceneri è sorto il flagship store di Apple. Lo scorso mese Virgin Active ha invece aperto una palestra nell’ex cinema Maestoso in piazzale Lodi, chiuso dal 2007.
A rimanere in piedi a due passi dal Duomo è The Space Cinema Odeon. Le sale attuali sono dieci ma un anno fa era stato annunciato il ridimensionamento per lasciare spazio a un centro commerciale di lusso da 5mila metri quadri: il cinema sarà ricollocato in più sale al piano interrato quando il restyling sarà terminato (si parla del 2024). Il cinema Arlecchino di via San Pietro dell’Orto, dopo due mesi di chiusura che sembrava definitiva, ha riaperto la scorsa primavera sotto l’egida di una nuova gestione, la Cineteca, al posto della famiglia Quilleri che lo aveva diretto dal 1948 ed è ancora alla guida dei multisala Colosseo ed Eliseo. A luglio ha cessato la programmazione il Wanted Clan per dissidi con un vicino che reputava rumoroso il cineclub di Porta Romana. A scomparire in questi anni anche le sale essai di Gnomo, Orchidea, Spazio Oberdan. In un trionfo di multiplex, resistono stoicamente come monoschermo Mexico, Palestrina, Beltrade, Cinemino, Arlecchino.
"Per il rilancio dei cinema la cosa più urgente è tornare a produrre e destinare principalmente i film per la sala cinematografica che deve essere il primo anello della filiera di sfruttamento del prodotto audio-visivo. Le strutture cinematografiche hanno poi bisogno di protezione e sostegno da parte delle istituzioni perché i loro grossi volumi non possono competere con la redditività del retail. E occorre sollecitare il ritorno del pubblico con campagne di sensibilizzazione che coinvolgano tutti gli operatori della filiera" afferma Tomaso Quilleri, presidente Anec Lombardia e titolare del circuito 'Regno del cinema'.