Fase 2, su Corso Venezia allerta dei ghisa: pista a rischio

Un automobilista non s’è accorto della ciclabile e ne ha percorso 50 metri. E una donna in monopattino è scivolata su un cordolo

Ciclabile in Corso Venezia

Ciclabile in Corso Venezia

Milano, 7 maggio 2020 - Ore 14.58 di ieri , siamo all’angolo tra via Palestro e corso Venezia. Una Mercedes rossa svolta a destra e si infila nella pista ciclabile: il conducente non si è minimamente accorto di essere finito nello spazio riservato alle due ruote e continua la sua marcia per qualche decina di metri. "Oh, ma che fai?", gli urla un rider. L’automobilista si ferma, tra il marciapiedi e gli scooter in sharing posteggiati: "Scusa, non l’ho vista". Il rimbrotto del pony express continua, un motociclista di passaggio dà manforte. La berlina riparte a bassissima velocità, un operaio gli indica la strada da seguire per uscire in fretta da quel budello e rimettersi in carreggiata. Scene dalla pista che sta nascendo in questi giorni e che rientra nel piano straordinario lanciato da Palazzo Marino per realizzare 35 chilometri di nuovi percorsi ad hoc da qui alla fine del 2020.

Un modo per rispondere al prevedibile aumento del traffico automobilistico in fase due e per incentivare i milanesi a usare mezzi alternativi e meno inquinanti. Entro lunedì, secondo le tempistiche, verrà completato il primo mezzo chilometro, in direzione San Babila; da metà maggio a metà giugno, gli operai si concentreranno sul chilometro e mezzo di corso Buenos Aires per poi superare piazzale Loreto e completare l’opera in viale Monza, coprendo così in superficie la parte finale del tracciato della metropolitana 1. Certo, la ciclabile Venezia non è nata sotto i migliori auspici. Il progetto ha immediatamente scatenato l’ira di Confcommercio, che l’ha bocciato senz’appello: "Ci “regalerà’’ file interminabili di vetture e veicoli commerciali, una velocità del traffico tendente a zero e molte difficoltà per l’eliminazione della corsia più prossima alle aree di parcheggio. In questa situazione ogni piccolo incidente o difficoltà si tradurrà in una paralisi", ha affermato domenica Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità. Ora l’allarme arriva anche dai ghisa, che puntano i riflettori sui rischi legati alla sicurezza e su alcune mancanze che sarebbero in contrasto con quanto previsto dal Codice della Strada: "Sarebbe stato meglio rivolgersi prima alla polizia locale per avere un parere qualificato, invece di agire in modo così approssimativo", va all’attacco Daniele Vincini, segretario del Sulpm e vigile motociclista, che nelle ultime ore ha raccolto segnalazioni e perplessità da molti colleghi. La prima defaillance è stata colmata sotto i nostri occhi proprio ieri pomeriggio: gli operai hanno tracciato le strisce pedonali per consentire ad automobilisti e motociclisti che parcheggiano i loro mezzi di raggiungere il marciapiedi. Tuttavia, restano tanti altri punti oscuri.

A cominciare dalla segnaletica verticale: a parte il cartello all’angolo che segnala l’inizio del percorso ciclabile, gli altri che incrociamo sono quelli che c’erano prima; compreso quello per il posteggio disabili, che ormai è distante diversi metri dallo stallo dedicato. Altro inconveniente: è vero che i parcheggi a raso costringono sempre i conducenti a scendere sulla sinistra, ma in questo caso automobilisti e centauri si ritrovano nel bel mezzo di una carreggiata già ridotta in larghezza. Senza dimenticare quelli che devono entrare al carraio del civico 49 e che per evitare i motorini posteggiati devono allargare la curva invadendo la carreggiata opposta. Del corso Venezia di prima è rimasto anche un pezzo di cordolo che separava il marciapiedi dagli stalli a pagamento: ora ci passa sopra la ciclabile, nel tratto in cui vira leggermente a destra, ma il cordolo è stato limato solo per metà. Il tratto superstite crea un avvallamento pericoloso e difficile da vedere: ieri mattina una donna in monopattino ci è sbattuta contro, rovinando a terra. Per fortuna, se l’è cavata con una leggera contusione alla gamba.  

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