Christian Giorgetti, chi è il vigile eroe: due interventi salvavita in quattro anni

Nel 2019 rianimò un ragazzo investito da un’auto in viale Jenner, venerdì la replica con una donna colpita da malore al volante: "Mi sono commosso quando l’ho sentita parlare coi soccorritori"

Christian Giorgetti, 51 anni, agente della polizia locale

Christian Giorgetti, 51 anni, agente della polizia locale

Milano - Se non è un record, poco ci manca: due interventi salvavita in meno di quattro anni per rianimare un ragazzo e una donna in arresto cardiaco. Senza dimenticare un altro salvataggio risalente alla fine degli anni Novanta, quando praticò la manovra di Heimlich al gestore di un bar che stava soffocando con un’oliva che gli era andata di traverso. Tutti e tre hanno avuto la fortuna di incontrare sulla loro strada Christian Giorgetti, 51 anni di cui gli ultimi 25 anni passati con la divisa addosso, agente della polizia locale in forza al Reparto investigativo e istruttore di primo soccorso dei colleghi di piazza Beccaria. Nella notte tra il 29 e il 30 marzo 2019, il ghisa aveva rianimato un ventiseienne egiziano che qualche minuto prima era stato investito da una Fiat 500 all’incrocio tra viale Jenner e via Resegone. Venerdì scorso, ha fatto il bis, facendo ripartire il battito di una sessantasettenne cardiopatica che aveva accusato un malore al volante della sua auto in viale Certosa.

Christian Giorgetti, come sta la signora? "Dopo il mio intervento, con l’aiuto del collega Marco Pugliese e dell’ufficiale di Zona 8 Clarissa Benini, si è ripresa: quando ho sentito che rispondeva con lucidità alle domande dei soccorritori del 118, mi sono commosso. Un’emozione che pensavo irripetibile e che invece mi è capitata ancora, più forte dell’altra volta".

Sì, perché quattro anni fa era successo di nuovo. "In quell’occasione, avevo soccorso un ragazzo travolto sulle strisce da una macchina. Quella volta, però, era notte, in una strada semideserta e non c’era nessuno attorno a noi, se non la conducente dell’auto in lacrime. Stavolta è stato diverso".

Perché? "Perché con la donna che si è sentita male c’era anche la sua migliore amica, disperata, e altre persone che la conoscevano e che si sono subito avvicinate alla macchina appena si sono accorte di quello che era successo".

Lei dov’era in quel momento? "Ero impegnato in un appostamento, ma in quel momento stavo parlando con due colleghi in divisa in piazzale Accursio. All’improvviso, si sono avvicinati alcuni passanti, che hanno segnalato la donna in arresto cardiaco. Marco ed io siamo corsi immediatamente: ho controllato i parametri vitali e mi sono subito reso conto che non c’era battito. Così ho iniziato il massaggio".

Cosa si prova in momenti del genere? "Pensi solo a fare il tuo dovere, con molto istinto: nonostante la preparazione, serve anche tanto coraggio per praticare una manovra del genere".

E poi cos’è successo? "Dopo quattro-cinque minuti, ho capito da una smorfia del viso che la signora si stava riprendendo. Poi sono arrivati i sanitari di un’ambulanza di passaggio, che hanno proseguito le manovre di rianimazione. La donna è stata trasportata in codice giallo al Sacco: abbiamo sentito la sua amica in serata, ci ha detto che stava bene".

Due interventi salvavita in meno di quattro anni. Un record. "In realtà ce ne sarebbe pure un terzo...".

A quanto tempo fa risale? "Ai primi tempi della mia carriera. Ero a Magenta, fuori servizio, e mi sono accorto che il gestore di un bar stava soffocando con un’oliva: gli ho praticato la manovra di Heimlich, e da quel giorno ho avuto l’aperitivo pagato per un anno".

Si sente un eroe? Più che altro, provi l’enorme soddisfazione di aver dato una possibilità di farcela a una persona che senza di te sarebbe morta. Tuttavia, una volta mi sono sentito un eroe".

Quando? "Il giorno che mi premiarono alla Festa del Corpo per l’intervento salvavita del 2019. Ero in fila con altri colleghi, e a un certo punto si avvicinarono una signora e il suo nipotino. Lui le chiese: 'Chi sono questi signori?'. E lei: 'Vigili che si sono distinti nel loro lavoro'. Allora il bambino mi domandò: 'Tu cosa hai fatto?'. Io gli spiegai tutto. E la nonna gli disse: 'Ecco, il signore è un eroe'".

 

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