Milano, chiude per sempre il circolo Ohibò

Gli otto soci: non ce la facciamo. L’assessore Del Corno: si rischia di impoverire il tessuto culturale della città

Musica dal vivo al circolo Ohibò

Musica dal vivo al circolo Ohibò

Milano, 11 giugno 2020 - "Cari amici di Ohibò, non avremmo mai voluto darvi questa notizia". Comincia così il post che, su Facebook, annuncia la chiusura del Circolo Arci Ohibò di via Benaco in zona corso Lodi, uno spazio che per otto anni ha portato luce in questo spicchio di città grazie "alla musica, all’arte e alla cultura" promuovendo "aggregazione, solidarietà e promozione sociale", spiegano gli otto soci fondatori dell’associazione nata per dargli vita.

"Siamo volontari, ognuno di noi svolge altri lavori. Insieme abbiamo creduto in questo progetto creando uno spazio polivalente e multiculturale" con laboratori per adulti e bambini, un’accademia di musica, scuola gratuita d’italiano per stranieri, spettacoli con musica dal vivo, teatro. Tutto cancellato dal Covid, perché la coda della pandemia colpisce anche gli spazi di socialità, le realtà culturali dei quartieri che non hanno la forza per ripartire dopo mesi di chiusura e prospettive incerte: "L’emergenza sanitaria ci ha piegato. Abbiamo provato in tutti i modi a resistere ma per noi che siamo un’associazione non profit, nonostante il canone d’affitto agevolato per la pandemia, è stato impossibile sopravvivere senza entrate e rialzarci. Per questi otto, bellissimi e indimenticabili anni non possiamo non ringraziare tutti i soci e gli allievi, i collaboratori, gli insegnanti, i volontari, le associazioni e centinaia di artisti. Ci piace pensare che il nostro circolo sia stato anche un rifugio in cui sentirsi a casa". Lo è stato, a giudicare dalle reazioni al messaggio (quasi 10mila persone hanno lasciato un cuore, un pollice sollevato o una lacrima su Facebook) e dalle manifestazioni di solidarietà.

C’è chi propone di organizzare una raccolta fondi. Potrebbe servire a evitare la chiusura? "Purtroppo – rispondono dal direttivo – non c’è tempo e non ci sono le risorse necessarie per programmare un piano di sostenibilità". Quindi, chiusi i battenti. Una vicenda che ha colpito anche il sindaco Giuseppe Sala: "Ci ha contattati al telefono – fanno sapere i fondatori – chiedendoci le motivazioni della nostra scelta e dandoci sostegno, lo ringraziamo". L’assessore alla Cultura Filippo Del Corno scrive su Facebook che "il rischio di un impoverimento del tessuto culturale è un’emergenza cruciale, a cui la politica non può far mancare tutta la propria attenzione. Il nostro Piano Cultura del Fondo di mutuo soccorso rappresenta uno strumento: potrebbe essere adottato e replicato su altre scale e comporre un quadro complessivo di intervento. Quando chiude un luogo come l’Ohibò ci perde tutta la società". Rossella Traversa (Sinistra X Milano), consigliera del Municipio 4, esprime un ringraziamento "per il lavoro che avete con passione svolto che sono certa lascerà un segno. A tutti voi l’augurio di rivederci presto con rinnovate proposte".

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