
Cesare Battisti (Afp)
Milano, 25 marzo 2019 - Cesare Battisti è stato interrogato nel fine settimana dal pm Alberto Nobili, titolare del pool antiterrorismo della Procura di Milano, e "ha ammesso tutti gli addebiti" e le sue responsabilità "in quattro omicidi" e tre ferimenti di persone che sono state colpite alle gambe e in moltissime rapine fatte dai Pac negli anni 70. Lo ha detto il procuratore di Milano Francesco Greco in una conferenza stampa. E' la prima volta che Battisti ammette gli omicidi che gli sono stati imputati, commessi negli anni Settanta.
Il procuratore Francesco Greco ha spiegato che su richiesta dello stesso Battisti, assistito dal legale Davide Steccanella, tra sabato e domenica scorsi l'ex terrorista è stato interrogato nel carcere di Oristano, dove è detenuto da gennaio quando venne arrestato in Bolivia. Nell'ambito dell'interrogatorio "sulle modalità della sua latitanza", ha chiarito il procuratore, "Battisti ha ammesso di avere partecipato direttamente a 4 omicidi, di cui in due è stato esecutore materiale". Si tratta di 4 omicidi per cui è stato condannato all'ergastolo. Il capo del pool anti terrorismo milanese Alberto Nobili, che lo ha interrogato, ha chiarito che "qua non si tratta di una collaborazione con la giustizia, ma di importantissime ammissioni arrivate da un 'irriducibile' che ha barato per 37 anni e si è reso latitante, dichiarando di essere innocente e di essere un perseguitato politico". Nell'interrogatorio Battisti ha precisato "che avrebbe parlato solo di se stesso - ha spiegato Nobili - dopo che l'avvocato Steccanella gli ha fatto avere in carcere ad Oristano tutte le sentenze sui Pac". Nobili ha aggiunto che "per la prima volta in assoluto Battisti ha deposto queste dichiarazioni su questi fatti, dato che quando venne emesso l'ordine di cattura per gli omicidi lui era già latitante perchè era evaso nell'81 dal carcere". Le ammissioni, in linea teorica possono incidere sul regime detentivo, ossia allontanano per lui il rischio del '41bis', e sui benefici penitenziari, come i permessi, nel corso della detenzione. È quanto è stato riferito da fonti qualificate. Ad ogni modo, il suo legale Davide Staccanella ha precisato che ciò che premeva era togliere a Battisti «quell'alone di pericolosità che non ha più».
Cesare Battisti, arrestato lo scorso gennaio in Bolivia grazie alle indagini disposte e coordinate dalla Procura generale di Milano, è stato condannato all'ergastolo per quattro omicidi, due dei quali commessi a Milano. Il terrorista rosso sparò materialmente uccidendo il maresciallo Antonio Santoro, a Udine il 6 giugno del 1978, e l'agente di Polizia Andrea Campagna, alla Barona il 19 aprile del 1979. Nell'uccisione di Lino Sabbadin, a Mestre, il 16 febbraio del 1979, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell'uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta alla Bovisa il 16 febbraio del 1979, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. In quest'ultimo caso, poi, all'omicidio si aggiunse un'ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere fu colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle.