ANDREA GIANNI e NICOLA PALMA
Cronaca

Dai biglietti dell’Inter ai parcheggi di San Siro, comandare la Curva Nord è un business che fa gola alla criminalità organizzata

Da anni si indaga sulle infiltrazioni malavitose tra gli ultras nerazzurri. Vittorio Boiocchi (ucciso nel 2022) parlava di un giro d’affari da 10mila euro a partita

La Curva Nord nerazzurra e nel riquadro Andrea "Berro" Beretta

La Curva Nord nerazzurra e nel riquadro Andrea "Berro" Beretta

Milano, 5 settembre 2024 – “Sto perdendo un sacco di soldi con il blocco delle partite e dei concerti”. 19 febbraio 2021, l’allora capo della Curva Vittorio Boiocchi parla al telefono con Gerardo Toto, che poi verrà arrestato con lui per una tentata estorsione da due milioni a un imprenditore. Il pluripregiudicato, tornato in libertà dopo 26 anni dietro le sbarre, parla dell’indotto “nero” di San Siro, gestito dai leader del tifo organizzato di fede nerazzurra, e dello stop forzato al business sotterraneo dettato dalle regole anti-contagi della pandemia.

Vittorio Boiocchi (a sinistra) con Franco Caravita
Vittorio Boiocchi (a sinistra) con Franco Caravita

In quella conversazione, Boiocchi fa anche i numeri: “Prendo circa 80mila euro al mese tra parcheggi e altre cose, finalmente siamo riusciti a fare una bella cosa con la gestione dei parcheggi, con 700-800 biglietti in mano, due paninari a cui abbiamo fatto avere il posto e che ci danno una somma a ogni partita”. Stando a quanto raccontato dal leader ultrà, il giro d’affari frutterebbe “10mila euro ogni partita”.

L’agguato

Ecco il giro grosso su cui aveva rimesso le mani Boiocchi. Poi, però, i suoi progetti sono stati bruscamente interrotti la sera del 29 ottobre 2022: due sicari in motocicletta lo hanno atteso sotto casa, in via Fratelli Zanzottera a Milano, e l’hanno ucciso a colpi di pistola, per poi sparire nel nulla. Da quel giorno, il potere è passato al suo braccio destro riconosciuto, vale Andrea Beretta, il 49 pluridaspato ora accusato di aver accoltellato a morte il rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco.

Già, la criminalità organizzata, un elemento che continua a tornare nelle dinamiche di curva. Boiocchi, ad esempio, poteva vantare nel suo lungo curriculum criminale il ruolo di “responsabile delle operazioni finanziarie” di un’associazione a delinquere (di cui facevano parte i fratelli Giuseppe e Stefano Fidanzati) che tra il 1996 e il 1997 avrebbe importato ingenti quantitativi di cocaina dalla Colombia; proprio quel compito gli avrebbe aperto la strada nei contratti con i Mannino e con la mafia del Brenta.

Senza dimenticare i tempi più recenti, quando Boiocchi, il 27 luglio 2020, fu controllato dalla polizia insieme a Vincenzo Facchineri, esponente dell’omonima ’ndrina reggina, e Antonio “Caniggia” Canito, legato al clan barese dei Magrini. Droga ed estorsioni. Boss e trafficanti. Questo era il mondo dello “Zio” Vittorio. Dopo la sua morte, sulla quale le indagini non hanno ancora fatto chiarezza, le cose non sono cambiate su questo fronte.

E prova ne è l’ascesa sempre più impetuosa, almeno a sentire Radio Curva, di Bellocco, che dopo aver scontato la condanna a 9 anni per associazione mafiosa, si era spostato al Nord. E pure in Curva Nord, anche se chi si occupa quotidianamente della galassia che ruota attorno a San Siro fa sapere che allo stadio si è visto pochissime volte, una o due al massimo. Eppure il 36enne originario di Taurianova si faceva vedere spesso al fianco del nuovo leader Marco Ferdico, con foto postate sui profili social a rinsaldare l’amicizia e a mostrarla a tutti.

Che interessi avesse Bellocco al Meazza non è stato chiarito, ma è evidente che il grosso affare dello stadio cui ha fatto cenno Boiocchi prima di morire fa gola a tanti.

Del resto, un’indagine della Digos di qualche anno fa, poi finita con una richiesta di archiviazione, ha evidenziato quanto fosse capillare all’epoca (stiamo parlando del 2019) il controllo degli ultrà: dalla gestione dei biglietti ai legami con gli steward addetti ai tornelli, fino ai parcheggi sotterranei.