REDAZIONE MILANO

Cerco di salvare palestre e bambini

Il mondo dello sport amatoriale è congelato da un anno, dai volontari delle associazioni che lavorano sul territorio si leva un grido di allarme. "È un dolore vedere i nostri bambini che da un anno sono costretti a fare lezioni di judo a distanza, a volte i loro volti sono veramente tristi, bloccati tutto il giorno in casa senza contatti con i loro coetanei". Inizia così il racconto di Mario Belnudo, magazziniere di professione che per passione gestisce due associazioni di judo a Pioltello e Cassina de’ Pecchi. "Questo isolamento forzato sta portando a molti bimbi disagi psicologici, a volte con i nostri istruttori facciamo uno strappo alla regola e li portiamo nei parchi a fare lezione. A distanza e in sicurezza, certo, ma almeno i bambini riescono a stare insieme. Sono la mia vita, mi si stringe il cuore a vederli così tristi".

La situazione non è uguale per tutti gli sport, i più penalizzati sono le discipline considerate minori, ma che sul territorio sono fondamentali per la crescita dei giovani atleti. "Il mondo del calcio ha trovato degli escamotage per stare a galla, sono state cambiate le regole e molte società è riuscita a inserire gli atleti nei vivai agonistici per continuare ad allenarsi in presenza. Nel judo non è possibile. A Pioltello lavoriamo con atleti nazionali e quindi non ci siamo mai fermati, il problema rimane la palestra di Cassina che vive con i piccoli atleti, sono bambini che si divertono con uno sport sano, dalle regole importanti per la vita. E questi bambini sono lasciati soli, ora che siamo in arancione scuro non potranno andare nemmeno più a scuola. E la situazione non può che peggiorare".Patrizia Tossi