REDAZIONE MILANO

"Centomila euro per uccidere l’ex fidanzato"

Proseguono le udienze davanti alla Corte di Assise di Monza per l’omicidio di Lamaj, trovato in un muro

Il luogo dove era stato murato il cadavere di Astrit Lamaj

Centomila euro per uccidere l’ex fidanzato. È la cifra che era disposta a pagare Carmela Sciacchitano per vedere morto Astrit Lamaj, l’albanese residente a Genova scomparso a 42 anni nel gennaio 2013 e rinvenuto cadavere nel gennaio 2019 dentro un antico pozzo artesiano del residence in ristrutturazione Villa degli occhi a Senago. Carmelina, come la chiamavano gli amici, 63 anni, siciliana residente a Genova, che sui social si vantava di essere come Rosy Abate della serie tv, la mafiosa trasferita al Nord, ha ricevuto l’ok all’esecuzione dai capi del mandamento mafioso di Riesi e avrebbe chiesto di commettere l’omicidio prima a Carmelo Arlotta, che si era rifiutato e poi a Giuseppe Cammarata, emigrato da Riesi a Muggiò, dove è stato arrestato nel 2014. Secondo il racconto di Carmelo Arlotta, muggiorese, collaboratore di giustizia, l’albanese è stato attirato con la scusa di una compravendita di marijuana in un box a Muggiò, stordito e strangolato con un filo di nylon. La mandante dell’assassinio sarebbe proprio la Sciacchitano, che voleva vendicarsi perché l’albanese l’aveva lasciata, dopo averle rubato gioielli per 100mila euro. E non era la prima volta che Carmelina ordiva una ripicca sanguinaria. Come ha spiegato ieri un capitano dei carabinieri in servizio al Nucleo Investigativo di Monza al processo sull’omicidio davanti alla Corte di Assise monzese. "La Scacchitano è stata fidanzata con un altro uomo, che poi l’ha lasciata per una donna dell’Est molto più giovane. Quest’uomo è rimasto vittima di una spedizione punitiva, l’hanno picchiato spezzandogli un braccio. Lui non ha mai denunciato l’aggressione, sostenendo di essersi ferito in un incidente domestico. Anche in quell’occasione la Sciacchitano aveva raccontato che l’ex le aveva rubato gioielli per 100mila euro e per questo voleva vendicarsi, non invece per essere stata lasciata". Si torna in aula il 26 ottobre.

Stefania Totaro