
Cent’anni da incorniciare: "Volevo fare l’ostetrica e viaggiare: così è stato"
Un filo di perle al collo e gli orecchini ai lobi delicati, un velo di cipria sul viso, i capelli d’argento raccolti in un elegante chignon, un sorriso aperto e gli occhi con l’entusiasmo di una ragazzina. Sul tavolo la torta, i pasticcini e la bottiglia di un compleanno per pochi, cento anni. Una festa fra amici piena d’affetto per Giuseppina Lonati, nata il 13 dicembre 1923, ostetrica per mestiere e viaggiatrice per passione: "Volevo vedere il mondo, da nord a sud, da est a ovest. E l’ho visto". Nell’appartamento di via Salvo d’Acquisto a Cassano d’Adda, dove la signora vive accudita, rigorosamente solo di giorno, da alcune donne “di supporto“, attorniata dall’affetto di vicini e amici, ore di sorrisi e ricordi, e due ospiti speciali, il sindaco Fabio Colombo e il parroco don Giacomo Pezzuto.
Nelle mani della centenaria una targa donata dal Comune: "La vecchiaia è la sede della sapienza e della vita; e se i giovani sono un dono della natura, gli anziani sono opere d’arte". Regalo gradito, così come le visite: "Mi avete fatto un grande onore". E il brindisi beneaugurante: "Cento di questi giorni Giusi. Per te, tutto è possibile". Quasi un miracolo la luce negli occhi della centenaria viaggiatrice, le poesie del suo tempo recitate a memoria, le canzoni “di quando ero ragazza“, cantate battendo le mani. Una vita lunga. La giovinezza e le scuole a Cassano d’Adda, una breve esperienza come operaia al Linificio. Poi il trasferimento a Milano, in un convitto di suore, e gli studi da ostetrica, il lavoro di una vita.
Un matrimonio deciso “tardi“ ("avevo 40 anni"), durato solo 8 mesi per la morte di malattia del consorte Piero. Ma per Giuseppina ancora tanta vita da vivere, sino all’altro capo del mondo. I ricordi di viaggio illuminano gli occhi e accendono le parole: il viaggio in Canada, alla rincorsa delle balene; i monumenti e il fascino della Cina; il Buddha di cristallo in Giappone, "dove suona sempre una bella arpista", le città d’Europa. Il segreto di una lunga vita servito con un sorriso sornione: "Ho sempre mangiato tanta insalata". La serenità di chi sa di aver avuto fortuna. Fin da piccola, alle elementari di Groppello: "Io avevo gli zoccoletti. Ma tanti altri bambini erano a piedi nudi". Affetto a profusione di chi, ogni giorno, si prende cura di lei: "Di notte non vuole nessuno. Al mattino, quando qualcuno arriva, lei si è già fatta la doccia, si è vestita e sta facendo le sue cose".