Cede il soffitto, paura in sala parto al San Paolo

Il condizionatore si rompe e gronda acqua. Nessun ferito

Il cedimento del controsoffitto

Il cedimento del controsoffitto

Milano, 4 settembre 2018 - Un'infiltrazione, il controsoffitto s’impregna e inizia a cedere, seminando calcinacci sulla sala parto. Dove fortunatamente in quel momento non partorisce nessuna, e passa un operatore che dà l’allarme. Stop di quattro ore al blocco parto dell’ospedale San Paolo di Milano, un controsoffitto da tirar giù per oltre un terzo: dovrà essere rifatto, e intanto quella sala resta chiusa. La numero 3 al pianterreno del blocco D: la chiamano «Sala Blu» perché è quella con la vasca per il parto in acqua. Ma l’acqua, domenica a mezzogiorno, arrivava dalla parte sbagliata.

Dall'impianto di condizionamento, ha ricostruito l’Asst Santi Paolo e Carlo in una nota, nel locale al piano di sopra, un ufficio deserto nel weekend: «La rottura improvvisa di una batteria di post-riscaldamento ha provocato una perdita di acqua con infiltrazione al piano inferiore, in corrispondenza di una delle sale parto. Il personale sanitario ha immediatamente richiesto l’intervento dei reperibili di direzione medica e ufficio tecnico. Le verifiche hanno rilevato il gocciolamento di acqua dal controsoffitto e immediatamente è stato inibito l’accesso al locale». Alle 12.30 dal San Paolo hanno avvertito il 118, che bloccasse gli accessi all’Ostetricia, mentre i tecnici, «arrestato il flusso», rimuovevano «le parti del soffitto maggiormente impregnate, che in piccole porzioni iniziavano a distaccarsi».

Le altre sale parto «hanno ripreso il normale funzionamento alle 16.30». «L’azienda – assicura il direttore Marco Salmoiraghi – è impegnata a effettuare continui interventi di manutenzione e controllo. Quanto accaduto è un evento accidentale e imprevedibile, prontamente affrontato con professionalità e competenza». L’Usi Sanità non condivide questo punto di vista: il sindacalista Giuseppe Petita ricorda gli allagamenti dell’Emodinamica a novembre 2017 – «Era scoppiato un tubo fognario al piano superiore» – e, a giugno, «della Clinica odontoiatrica. Speriamo che l’autunno non riservi qualche altra sorpresa. Questi episodi secondo noi sono da imputare alla mancata ristrutturazione dell’ospedale: i fondi destinati a questo sono stanziati da tempo ma si preferisce tenerli congelati o investirli in minima parte, in previsione di una ipotetica costruzione di un nuovo ospedale». Sono i 42 e 48 milioni di euro che anche un comitato di cittadini «per la difesa degli ospedali San Paolo e San Carlo» chiede di spendere subito nei due giganti malati. Il M5S sollecita «verifiche al più presto» dalla Regione: «In Lombardia – dice il consigliere Gregorio Mammì – i soffitti degli ospedali non devono crollare sui pazienti».

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