
Il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei
Milano, 27 gennaio 2025 – I dati, messi nero su bianco, fotografano un “notevole incremento quantitativo del contenzioso rispetto al passato”. Crescono le cause davanti al Tribunale del lavoro, sintomo di rapporti sempre più tesi e contenziosi su stipendi, contratti, licenziamenti e mobbing che devono essere ricomposti dai giudici: sono più di 35 al giorno.
È quanto emerge dall’ultimo bilancio sull’amministrazione della giustizia nel distretto della Corte d’Appello di Milano (competente anche sulle province di Como, Varese, Pavia, Lodi, Lecco e Sondrio), illustrato dal presidente Giuseppe Ondei.
L’anno scorso le cause civili ordinarie davanti alla Sezione lavoro del Tribunale sono state 10.835, mentre nel 2023 erano state 8.875: 1.960 cause in più, quindi, nel confronto fra i due periodo. Quelle su problemi legati al lavoro rappresentano il 32,7% di tutte le cause civili trattate, complessivamente, dai giudici.
Sono aumentati anche i decreti ingiuntivi: nel 2023 erano 2.738, mentre l’anno scorso 2.877. “Malgrado le scoperture di organico – si legge nella relazione – il rilevante impegno dei giudici ha consentito di conseguire un elevato numero di procedimenti esauriti (10.603 procedimenti civili ordinari) con un evidente miglioramento dei risultati rispetto all’anno precedente, quando i procedimenti civili ordinari erano stati 8.448”.
Il tempo medio di definizione è calato quindi a 159 giorni, rispetto ai 183 giorni del 2023, “risultato che resta uno dei più contenuti nel panorama nazionale dei Tribunali per il lavoro”. Un aumento delle cause che va di pari passo con l’aumento del lavoro povero e precario. Tra i casi che sono finiti davanti al Tribunale del Lavoro quello dei rider delle piattaforme del delivery, le vertenze dei corrieri o dei vigilanti, la giungla degli appalti e delle cooperative.