Milano, scuola elementare senza maestri: sui 2.031 convocati 450 accettano

L’allarme della Cisl: "Troppi rinunciano"

Scuola (immagine di archivio)

Scuola (immagine di archivio)

Milano, 16 settembre 2018  - I “convocati” erano ben 2.031: solo 450 hanno accettato l’incarico alle elementari e sono stati nominati dal provveditorato, pronti a coprire i posti vacanti su Milano e provincia. «Non abbiamo maestri a sufficienza per far fronte all’esigenza – lancia l’allarme Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola – se uno di fronte a un contratto non accetta, bisogna capire cosa sta succedendo e intervenire». Dopo le immissioni in ruolo - 2.315 contratti a tempo indeterminato firmati a Milano – le chiamate dalle graduatorie a esaurimento (Gae) si sono chiuse questa settimana: la partita passa alle scuole, che cercheranno i supplenti fra la seconda e la terza fascia delle graduatorie di istituto.

«Abbiamo almeno 1.500 posti ancora da assegnare ai quali si aggiungono altri 5mila sul sostegno», fa i conti Sambruna. Numeri più alti rispetto allo scorso anno. «Questo perché per la prima volta per le assegnazioni provvisorie è stato dato il via libera alla mobilità anche sul sostegno per i docenti non abilitati», ricorda il sindacalista. Diversi i motivi alla base delle rinunce a catena: «C’è chi insegna già nelle paritarie, chi aspetta il posto sul sostegno sotto casa e le chiamate dalle scuole – spiega Sambruna – ma c’è anche chi preferisce la disoccupazione. Ed è qui che è necessario un cambio di passo. Perché alla scuola servono maestri e se uno rinuncia a un posto di lavoro per un ammortizzatore sociale è necessario un intervento. Anche perché chi è in graduatoria ha fatto domanda, deciso dove andare e magari fatto ricorso per starci».

Esaurite anche le graduatorie per il personale tecnico e amministrativo, dove le rinunce son state pochissime, anche in questo caso sono le scuole ad alzare in questi giorni la cornetta per coprire i posti vacanti, convocando dalle graduatorie di istituto. «In questa situazione si entrerà a regime almeno a dicembre e comunque non prima di metà ottobre», sottolinea il sindacalista che ricorda la vera emergenza: «Servono persone specializzate sul sostegno. E per evitare voragini non si può permettere la mobilità anche di chi non è abilitato altrimenti si perdono altri docenti».

 

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