
Un vitello in gabbia
Milano, 23 dicembre 2019 - Ingegnere di professione, ora anche allevatore di bovini per ordine del magistrato. A dover “custodire” 38 bestie tra mucche e vitelli, proccupandosi della loro alimentazione e del loro benessere è il sindaco di Cassano d’Adda, hinterland milanese. L’obbligo non deriva da un’improvvisa conversione “green“ del primo cittadino, ma da una disposizione impartita dalla Procura.
Tutto nasce dalle condizioni igienico sanitarie e di vita davvero problematiche in cui, nei mesi scorsi, il carabinieri del Nas e gli addetti Ats, l’azienda per la tutela della salute , hanno trovato i bovini di un’azienda agricola di Cassano. "I locali si presentavano sporchi, con un notevole strato di letame sulla pavimentazione (...) all’interno della sala mungitura, le attrezzature si presentavano vetuste e arrugginite con il ristagno dele acque di scolo (...) i bovini malnutriti, sofferenti e sottoposti a condizioni di vita non sopportabili". Scattava così la denuncia per abbandono e maltrattamento di animali nei confronti del titolare, un 68enne con problemi economicio e di salute, seguito dai servizi sociali e non più in grado, evidentemente, di governare le sue bestie. Una condizione in realtà ben nota agli amministratori cittadini, che addirittura dieci anni fa avevano già ordinato la chiusura dell’allevamento.
Ora, in ogni caso , sarà il sindaco a doversi far carico del benessere igienico e alimentare dei 38 bovini. Infatti, a seguito delle diverse ispezioni condotte negli ultimi mesi da Nas e veterinari nell’azienda agricola, il gip Teresa De Pascale ha disposto il sequestro preventivo delle povere bestie maltenute e malnutrite. E a quel punto, al pm Letizia Mocciaro titolare dell’indagine per i reati nei confronti degli animali, non è rimasto che individuare una possibile soluzione al problema. Così, essendo impossibile disporre la vendita forzata dei 38 bovini dato il loro stato attuale, nominandolo custode il magistrato ha di fatto costretto il sindaco di Cassano d’Adda ad occuparsi di quelle povere bestie, almeno finché non si rimetteranno in forze.