REDAZIONE MILANO

Pagano per "riscattare" l’appartamento: la beffa dei soldi bloccati

Centinaia di milanesi proprietari "a metà"

Case a Milano (Newpress)

Milano, 22 aprile 2016 - «Ci sentiamo beffati. Rivogliamo indietro i nostri soldi». Si infiammano gli animi delle famiglie che hanno deciso di riscattare il diritto di superficie delle loro case acquistate in regime di edilizia convenzionata. Una questione che tocca centinaia di nuclei: nonostante abbiano versato le quote richieste, ora si trovano in stand-by. Procedura bloccata e soldi congelati. Parliamo di unità immobiliari realizzate da operatori privati, che le vendono (o affittano) a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato, dopo la stipula di una convenzione. Acquistando un appartamento di edilizia convenzionata, i cittadini non comprano però anche il terreno su cui è costruito. Questo rimane per 90 anni all’operatore aggiudicatario dell’area, dopo torna al Comune che può decidere se rinnovare la convenzione, se riprendersi il terreno o se proporre ai proprietari il riscatto del diritto di superficie. Ma il riscatto può avvenire anche prima dello scadere dei 90 anni. Ed è il Comune a proporlo ai singoli, che - se accettano - sono tenuti a pagare un corrispettivo economico. Quanti soldi? «Le ultime tariffe proposte - spiegano le famiglie che si sono rivolte al Giorno - erano molto convenienti. Cosa che ha indotto molti a decidere di accettare. C’è chi ha versato circa 10mila euro, chi il doppio, una condizione che varia a seconda degli appartamenti. Tutti i soldi sono stati versati al Comune entro marzo. Ma dopo neanche una settimana è stato disposto il blocco immediato di tutti i procedimenti». Apriti cielo. I cittadinimostrano le comunicazioni degli amministratori di condominio, a loro volta informati dal Comune.

«Bisogna rivedere i conteggi in base a una disposizione della Corte dei conti - spiega un amministratore -. Chi non aderirà più all’offerta riceverà indietro i soldi versati». Ma quando? Palazzo Marino, interpellato, risponde che entro maggio arriverà la determina dirigenziale con le nuove tariffe. Poi le famiglie potranno decidere se procedere ugualmente col riscatto o se chiedere la restituzione del denaro pagato. Non è escluso che qualcuno presenti ricorso al Tar. Come mai questo pasticcio? Il Comune risponde di aver ottemperato a una disposizione della Corte dei Conti. In particolare, la sezione regionale di controllo per la Lombardia ha recepito quanto stabilito dalla Sezione delle Autonomie della stessa Corte dei Conti un anno fa. Un groviglio burocratico per dire che bisogna rifare i conteggi. Ma c’è anche chi, tra i cittadini, punta il dito contro l’amministrazione sottolineando che «avrebbe potuto accorgersi delle disposizioni prima di incassare». «Fine mandato con sequestro di denari. Non poteva finire peggio per questa legislatura», sottolinea Giuseppe Goldoni (Lega), consigliere di Zona 6.

di M.V.