Carugate: recupera la casa dall'inquilino moroso dopo due anni. Se la ritrova distrutta

La storia di Filippo Ninni, schiacciato fra burocrazia e affittuario insolvente: oltre ai soldi persi, i danni

Filippo Ninni

Filippo Ninni

Carugate - Prima la via crucis per recuperare la casa dall’inquilino moroso - c’è riuscito solo 2 anni e mezzo dopo la sentenza di sfratto - ma una volta rientrato in possesso dell’appartamento si è ritrovato danni per 10mila euro: "Dalla cucina ai pavimenti, alle zanzariere strappate, è tutto da rifare". L’odissea di Filippo Ninni, il proprietario di Carugate schiacciato fra il molok della burocrazia e l’incuria dell’affittuario, è una storia all’ordine del giorno. "Ho riavuto le chiavi, ma entrare in casa dopo tanto tempo è stato uno choc - racconta - hanno distrutto tutto, mobili e muri: non si è salvato nulla. Io e mia moglie stiamo sistemando, abbiamo fatto tanti sacrifici per tenerci questo trilocale che è un’assicurazione per gli studi dei figli, ma i nostri sogni rischiano di andare in frantumi e non è giusto. Speravamo in regole che ci tutelassero e invece ci ritroviamo beffati".

E' cominciato tutto nel 2018 per "restituire un po’ del bene ricevuto" quando 20 anni fa il professionista si è trasferito dal Sud e ha mosso i primi passi nel campo della consulenza fiscale. "Non conoscevo nessuno a Carugate, ma una famiglia che non aveva mai affittato mi ha dato fiducia - ricorda -. Doveva essere una situazione temporanea, è andata così bene per tutti che è durata anni. Un’esperienza felice che mi ha spinto a ripeterla, questa volta nei panni di chi tendeva la mano a qualcuno appena arrivato, un padre straniero, come mia moglie, che si è ritrovato con tante porte chiuse in faccia".

Nobile intento, ma dura realtà. Dopo i primi tempi in cui fila tutto liscio i pagamenti si diradano, fino a smettere. A malincuore il consulente che ha "mutuo e famiglia" si rivolge al giudice e a febbraio 2021 arriva la pronuncia: l’inquilino che non paga deve andarsene "ma gli atti sono arrivati solo a giugno". E per Filippo comincia un vero e proprio ping-pong fra una serie di rinvii e la corsa da un ufficio all’altro "per cercare di sbloccare la situazione e vedere rispettato un mio diritto". Diritto che riesce a fare valere solo a dicembre. Quando tutto sembra finito, l’ultima, amara scoperta e un altro conto salato da pagare. Oltre ai 20mila euro che ci aveva rimesso tra pigioni saltate e prestito sull’immobile da restituire "non per guadagnarci ma per accantonare i soldi necessari a dare un futuro ai miei bambini".

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