SIMONA BALLATORE
Cronaca

Caro affitti, Milano diventa un caso di studio del Politecnico. Protagonisti: studenti e proprietari

Il progetto si chiama StudMiHome, finanziato con 90mila euro. La professoressa Giuliana Costa: “Intercettiamo male pratiche ed esempi replicabili”

Il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano coordinato dalla professoressa Giuliana Costa

Il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano coordinato dalla professoressa Giuliana Costa

Milano – Si chiama “StudMiHome” e si traduce in “abitare da studenti a Milano”. Il tema del caro-affitti applicato ai fuorisede diventa una linea di ricerca del Politecnico di Milano: si analizzano le dinamiche del mercato immobiliare coinvolgendo universitari, agenti immobiliari e proprietari di appartamenti. "Anche se in questi mesi se ne parla molto, la locazione studentesca è un fenomeno poco indagato scientificamente, soprattutto alla luce delle profonde trasformazioni del mercato abitativo degli ultimi anni, eppure è cruciale per ridurre discriminazioni e vulnerabilità cui vanno spesso incontro i giovani che studiano in città", spiega Giuliana Costa, professoressa di Sociologia del dipartimento di Architettura e Studi Urbani e referente di StudMiHome.

Si studiano i meccanismi, intercettando le malepratiche per trovarne di buone, mentre si sviluppano e si testano strumenti per orientare chi cerca una stanza e non sa da dove cominciare. Milano diventa un caso-studio.

Uno sportello sarà aperto all’interno dell’OffCampus di Nolo, nel mercato comunale coperto di viale Monza, e sarà pure online per facilitare chi abita più lontano. L’obiettivo poi è renderlo ’scalabile’ e replicabile anche ad altri atenei. "Ho cominciato a lavorare al progetto anni fa, ma non trovavo l’occasione per vederlo finanziato - racconta Costa -. Sono tornata con forza sul tema la scorsa primavera, dopo una brutta esperienza di subaffitti illegali nella quale erano finiti coinvolti alcuni miei studenti, di origine straniera, che mi avevano chiesto aiuto. Poco dopo, a maggio, è cominciata la protesta delle tende con Ilaria Lamera, che ho voluto conoscere e coinvolgere in questo progetto, affinché facesse da tramite anche con gli altri studenti".

StudMiHome ha preso forma a luglio e ha vinto l’ultima edizione del PoliSocial award (programma di responsabilità sociale dell’ateneo) con un finanziamento da 90mila euro. Nel team sette ricercatori dei dipartimenti di Architettura e studi urbani, di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito e di Design. Undici i partner e cinque i sostenitori ingaggiati.

Si parte dalla fotografia: a Milano abitano 1,4 milioni di persone e sono 3,2 milioni quelle residenti nella Città Metropolitana (dati Istat 2022). In questo panorama gli ’studenti terziari’ sono sempre aumentati dal 2015/16 a oggi, hanno superato i 210mila studenti nell’anno 2020/2021 (dati Mur); gli immatricolati negli atenei milanesi sono oltre 37.000 nel 2022/23.

A ottobre, nei dati preliminari delle iscrizioni, era emersa una leggera contrazione proprio della quota di fuorisede ("analizzando i chilometri di distanza da casa al Politecnico il 45% degli studenti è potenzialmente fuorisede", precisa la professoressa). Il costo medio degli affitti in città è di circa 23,11 euro al metro quadro (dati di febbraio di immobiliare.it). "Il trend è in aumento, anche dopo le proteste che ci sono state, il che rende sempre più difficoltoso per studenti che non dispongono di ingenti risorse economiche accedere agli studi in città", sottolinea Costa.

Scatta la ricerca-azione: la prima fase è entrata nel vivo con una survey aperta a tutti gli studenti fuorisede che frequentano gli atenei milanesi. Ci saranno altri due questionari indirizzati ad agenti immobiliari (attraverso la loro associazione di categoria) e ai proprietari (grazie anche al coinvolgimento di Confabitare), oltre a interviste qualitative dedicate agli studenti del Politecnico. " L’originalità della proposta riguarda il tentativo di studiare insieme la domanda e l’offerta in questo segmento del mercato dell’affitto - spiegano i ricercatori -, nell’ingaggio di soggetti che tradizionalmente non sono coinvolti in ricerche di carattere sociale e nel coinvolgimento degli studenti sia come soggetti di ricerca, sia come “ricercatori”, aumentandone la consapevolezza anche rispetto ai loro diritti e alle “cattive pratiche” cui possono essere soggetti. Cercheremo di promuovere soluzioni congiunte".