ELISA GUZZO VACCARINO
Cronaca

Arcimboldi, Carmen torna a sedurre col Balletto

Amori, tradimenti, morte, c’è tradizione e modernità nella messinscena di Carlo Pesta

di Elisa Guzzo Vaccarino

È il Teatro degli Arcimboldi a catalizzare l’attenzione del pubblico della danza con un nuovo appuntamento, domani, intorno a un titolo sempre attrattivo, “Carmen” nella versione del balletto di Milano. Si recuperano ora i biglietti per le recite già annunciate e rinviate per ragioni di sicurezza sanitaria.

La musica di “Carmen” è quella trascinante di gitanismi scritta da Georges Bizet, francese esotista; la coreografia del 2015 è di Agnese Omodei Salè e di Federico Veratti, primo ballerino e maître; la messa in scena è del direttore (dal 1998) Carlo Pesta, con un occhio di riguardo all’estetica cubista usando tessuti colorati a patchwork e con rimandi al bianco e nero di “Guernica” di Picasso. La musica dal vivo è eseguita dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal M° Gianmario Cavallaro.

Carmen e il Destino sono i protagonisti assoluti di questa “Carmen”, fedele alla novella di Prosper Mérimée e all’opera di Bizet, per raccontare in danza la vicenda di un ammaliante faccia a faccia tra la gitana simbolo di femminilità per eccellenza e l’inquietante figura che rappresenta il Destino.

È il Fato a mettere sulla strada di Carmen prima Don José, il militare che osa trasgredire le consegne per lei, liberandola dopo averla arrestata per rissa, e poi Escamillo, il torero vanaglorioso che lei conquista, a svelarsi man mano attraverso i simboli delle carte, che profetizzano l’amore, il tradimento, la morte, ad armare la mano di Don José incapace di reggere la gelosia e, nel finale, a portarsi via Carmen per farla sua per sempre. Don José, Escamillo e Micaela, la fidanzata tradita dall’ufficiale inesorabilmente sedotto ida Carmen, sono gli interpreti del dramma coreografico, disegnato su brani irresistibili come la “Habanera”, tra appassionati pas de deux e vivaci danze d’insieme di Gitani, Soldati e Sigaraie. Sono stati tanti i coreografi e le compagnie che hanno trovato il successo con “Carmen” a cominciare da Roland Petit per la pungente Zizi jeanmaire (Londra, 1949) che fece scandalo per sensualità, Alberto Alonso per la volitiva Alicia Alonso (1967), Antonio Gades, maestro di flamenco teatrale (1984) con la sua partner Cristina Hoyos; Mats Ek, svedese moderno (1992) con la complicità della fiammeggiante compagna spagnola Ana Laguna; e Dada Masilo, sudafricana, nel 2010, in chiave femminista e vendicativa.

La sfida del Balletto di Milano, guardando dunque a queste grandi “Carmen”, è coraggiosa e merita tutto l’affetto del pubblico intorno ai suoi giovani danzatori, che forse “saranno famosi” come quelli dei capolavori d’autore che hanno celebrato la storia di una donna indomita e fiera, che sa sempre ciò che vuole, senza remore, fino alla fine.

Il Balletto di Milano sarà al Teatro Villoresi di Monza il 6 e 7 con “La vie en rose… Bolero” e a dicembre, di nuovo agli Arcimboldi l’11 e il 12, con “Schiaccianoci” in lieto avvicinamento alle feste di Natale.