
Il giardino condiviso realizzato all'interno del carcere di San Vittore
Milano, 14 settembre 2018 - Non solo passeggiate tra pavé e pareti di cemento. Una piccola oasi ha preso vita nel carcere di San Vittore: è un giardino condiviso, curato da detenuti affiancati da addetti ai lavori e rappresentanti di associazioni verdi. Un progetto presentato lo scorso anno e che ora si mostra alla città: il velo si toglierà in occasione di Green City il 29 settembre. È già tutto pronto, come spiega Ilaria Scauri, curatrice del progetto «Parole in circolo (in città)» nel centro clinico di San Vittore, finanziato con un bando europeo, finalizzato ad abbattere le barriere tra istituto penitenziario e città. «Il nostro obiettivo - spiega Scauri, che promuove e cura progetti sociali nelle aziende - è quello di far entrare la città nel carcere. E nello stesso tempo di creare relazioni umane tra le persone. Sono venuti a trovarci diversi cittadini, da rappresentanti di associazioni a figure istituzionali, che ci hanno raccontato la propria esperienza».
Sotto gli occhi di tutti, il giardino che è proprio attorno al reparto del centro clinico, «che rimaneva chiuso per motivi di sicurezza e non fruibile neppure durante l’ora d’aria», sottolinea Scauri. Da qui, l’idea di trasformarlo in un giardino condiviso con oltre un centinaio di piante perenni di 40 specie diverse, messe a dimora in collaborazione con gli stessi detenuti. «Ringraziamo Nespoli Vivai - sottolinea Scauri - che gratuitamente ha donato le piante e messo a disposizione escavatori, strumenti e manodopera, ma anche tutta la rete di condivisione che si è creata per dare vita all’opera, a partire dalla direzione del carcere che ha subito abbracciato l’idea». In prima linea il Municipio 1, il Comune e tutti gli esperti che hanno dato una mano: dall’agronomo Carlo Marinoni, del Comune, a Manuel Bellarosa di Italia Nostra, da Franco Beccari degli Orti di via Padova (Legambiente) a Susanna Magistretti di Cascina Bollate. Così il sogno è diventato realtà. «Si può ben dire - sottolinea Elena Grandi, vicepresidente del Municipio 1 - che questo progetto rappresenta la perfetta realizzazione dell’idea che sta alla base dei giardini condivisi. Siamo di fronte, infatti, alla collaborazione di tanti: associazioni, Comune, Municipio 1, sponsor, direzione e personale del carcere e non ultimi i detenuti».