GIULIA BONEZZI
Cronaca

Covid, farmacie e privati contro la tempesta Omicron. Cosa sta succedendo in Lombardia

L’esplosione dei positivi, l’assalto ai test, il personale in quarantena: così è iniziato il caos tamponi nella settimana di Natale

Continua la caccia al tampone

Continua la caccia al tampone

Milano, 29 dicembre 2021 - I primi rinforzi arrivano domani, ma a Gallarate, con l’apertura del nuovo punto tamponi all’ex caserma, mentre per i milanesi al drive di Trenno "vengono progressivamente aggiunte" otto linee e "sarà operativo nei prossimi giorni" un nuovo centro alla Fiera di Rho che, a quanto Il Giorno apprende, potrebbe essere affidato a una cordata di operatori privati. L’altra novità annunciata dalla task force tamponi di Guido Grignaffini, voluta dalla vicepresidente al Welfare Letizia Moratti per fronteggiare la “tempesta di Natale“, è che alle farmacie, pure sotto assedio coi test a pagamento, è stato chiesto di allungare il servizio la sera e dedicare fasce orarie ai tamponi gratuiti di fine quarantena (solo a partire dal settimo giorno per i vaccinati, dal decimo per gli altri) dei "contatti stretti" di un positivo, che saranno poi rimborsati al farmacista dalla Regione; Federfarma sta raccogliendo le adesioni. Ci vorrà qualche giorno anche per aprire questo scolmatore alla piena di caos e code ai punti tampone che continua a montare dalla tempesta di Natale.

Tempesta perfetta, innescata all’esordio delle vacanze dalla variante Omicron: sequenziata per la prima volta in un lombardo il 3 dicembre, venti giorni dopo rappresentava il 40% dei nuovi casi, nel frattempo esplosi; ieri la Lombardia ha frantumato due nuovi record con 28.795 positivi e 224.557 tamponi in ventiquattr’ore. Quota duecentomila test era stata battuta martedì scorso, nella settimana di Natale in cui la corsa al tampone pre-cenone o partenza, in aggiunta a quelli dei non vaccinati per il green pass, ha intasato i canali a pagamento di laboratori e farmacie, mandato a ruba i test fai-da-te e affollato (anche con accessi impropri) i centri per i tamponi pubblici gratuiti che, ha dovuto ribadire ancora ieri la Regione, sono dedicati "in forma esclusiva" a chi ha sintomi, a chi deve certificare la guarigione, ai “fine quarantena“ dopo un contatto stretto o un rientro dall’estero e a personale e alunni delle scuole in sorveglianza. Sono anche le sole categorie che possono accedere senza prenotazione a 16 punti tampone tra il Milanese e il Lodigiano (7 in città, elenco e orari nel grafico), mostrando il provvedimento dell’Ats o, se sintomatici, una prescrizione anche via mail del medico o pediatra di base, autorizzati all’inizio della scorsa settimana a questa modalità d’emergenza dopo i malfunzionamenti del portale attraverso il quale prenotano i test per i loro assistiti, puntualmente denunciati dal presidente dell’Ordine dei medici di Milano (e del sindacato Snami) Roberto Carlo Rossi.

Al quale l’Ats ha ricordato che i duemila medici di base del Milanese e del Lodigiano, nonostante un accordo nazionale che garantisce loro 18 euro per ogni test fatto in studio (12 nei punti tampone) firmato ormai più di un anno fa e i richiami solo verbali del ministro Roberto Speranza, effettuavano ai loro pazienti non più di 60 tamponi complessivi al giorno. Dopo una lettera della task force regionale, la media è salita a quattro-cinquecento, "ma se ciascun medico facesse cinque test rapidi al giorno a suoi pazienti con sintomi - ragiona un tecnico - si arriverebbe a diecimila", ad alleggerire un sistema-tamponi travolto da contagi quintuplicati in due settimane (la città metropolitana è passata da 6mila registrati tra il 5 e l’11 dicembre a 31mila la settimana scorsa), che fatìca a star dietro alle richieste, anche di migliaia di positivi con residenza e medico di base fuori regione. A quanto risulta al Giorno , nelle ultime ore il problema più segnalato dai curanti sono i tempi dell’appuntamento, e l’Ats ha sollecitato i punti tampone ad accogliere i sintomatici senza prenotazione (che in qualche caso sono stati “rimbalzati“ pur presentando la ricetta). Il fatto è che, qui come nel resto d’Italia, il personale sanitario che deve aumentare i tamponi è chiamato anche ad accelerare le vaccinazioni, gestire l’incremento pur non esponenziale di ricoverati Covid e garantire il 105% delle prestazioni sanitarie del 2019. E anche tra gli operatori pesano contagi e quarantene. In attesa dei rinforzi annunciati a inizio mese dal commissario Figliuolo per il tracciamento scolastico, la Lombardia, come altre Regioni, ha chiarito con una circolare che i positivi scoperti 48 ore dopo la chiusura delle scuole non rientrano nella sorveglianza scolastica, e il protocollo ministeriale con un tampone subito e uno a 5 giorni per i compagni di classe non si applica se non devono frequentare: possono essere “liberati“ da un test rapido negativo dopo 3 o 4 giorni.

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