MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Sanatoria sugli otto campi da padel finiti sotto la lente della Direzione investigativa antimafia

La struttura sportiva era stata costruita senza autorizzazione da Marco Molluso, nipote di un boss della ‘ndrangheta. L’assessore Martina Riva: “L’ultima parola sarà quella del Consiglio comunale"

I campi da padel chiusi in via De Nicola in zona Barona a Milano

I campi da padel chiusi in via De Nicola in zona Barona a Milano

Milano, 20 luglio 2024 – Non demolizione , ma sanatoria. Gli otto campi da padel – due scoperti e sei coperti – del centro sportivo comunale Sant’Ambrogio “Lombardia 1“ di via De Nicola, periferia sud della città, che nel dicembre 2022 sono finiti al centro di un’indagine della Direzione investigativa antimafia (Dia) per infiltrazioni della ’ndrangheta, con ogni probabilità resteranno lì dove sono e tra un anno saranno assegnati a un nuovo gestore tramite un bando comunale. Durante l’apposita commissione comunale di ieri, l’assessora allo Sport Martina Riva ha annunciato che la Giunta sottoporrà al Consiglio comunale una delibera per chiedere una sanatoria "per interesse pubblico" degli otto campi da padel e di due prefabbrati costruiti senza autorizzazioni edilizie tra il 2020 e il 2021 all’interno del Centro sportivo. Una sanatoria, sì, perché molto probabilmente l’autorizzazione a costruire quei campi, nel caso in cui fosse stata regolamente presentata, sarebbe stata concessa dal Comune. Non si tratta, dunque, di un abuso edilizio insanabile, che porterebbe all’automatica demolizione dell’immobile. La legge lascia a Palazzo Marino l’opportunità di conservare quei campi e farli utilizzare dai milanesi. L’ultimo parere, in ogni caso, spetterà al Consiglio comunale.

La famiglia Molluso al centro dell’inchiesta

Il problema che ieri, durante la commissione, ha fatto sollevare dubbi ai consiglieri comunali Alessandro Giungi (Pd) ed Enrico Fedrighini (gruppo Misto) riguarda l’imprenditore che ha costruito quei campi: Marco Molluso, accusato nell’indagine della Dia di un giro di false fatture i cui ricavi sono poi stati investiti proprio nella costruzione dei campi da padel nel centro sportivo Sant’Ambrogio “Lombardia 1’’ di via De Nicola. La Dia si era mossa perché Marco Molluso è nipote di due boss della ’ndrangheta: Giosofatto ’’Gesu’’ Molluso, condannato nell’inchiesta Infinito, e Francesco ’’don Ciccio’’ Molluso, al centro dell’indagine NordSud degli anni ’90. Marco Molluso, secondo gli investigatori dell’Antimafia coordinati dai pm Alessandra Dolci e Silvia Bonardi, sarebbe diventato socio occulto di Paolo Gatti, gestore del centro sportivo comunale, che non è stato neanche indagato per questa vicenda, ma a cui il Comune, nel gennaio 2023, ha deciso di revocare la concessione del Centro sportivo di via De Nicola per "inadempienza contrattuale". Sì, perché – ha sostenuto Palazzo Marino – quel centro sportivo è stato dato in una subconcessione di fatto a Molluso. Non solo. L’amministrazione ha fatto scattare una sanzione da 500 mila euro. Demolire (anche se non è un obbligo di legge) o conservare i campi costruiti dall’imprenditore vicino alla ’ndrangheta? La Giunta ha deciso di conservarli. Riva sottolinea che "la sanatoria non è una scelta politica, ma tecnica". Il presidente della commissione Sport Rosario Pantaleo è convinto che "non è un colpo di spugna: quei campi hanno un valore di interesse pubblico". Al dem Giungi restano dubbi legati al legame tra i campi e l’indagine anti-’ndrangheta: "Rifletterò se votare a favore o contro la delibera". La palla passa al Consiglio comunale.