ANDREA GIANNI; NICOLA PALMA
Cronaca

Campagna sulla sicurezza stradale. Due anni e due mesi per Barbato

Condanna per falso in atto pubblico nell’Appello-bis disposto dopo l’annullamento della Cassazione. Niente interdizione dai pubblici uffici. L’ex comandante della polizia locale ricorrerà contro il verdetto.

Antonio Barbato, 62 anni, attuale numero uno dei vigili di Melegnano

Antonio Barbato, 62 anni, attuale numero uno dei vigili di Melegnano

di Andrea Gianni e Nicola PalmaMILANODue anni e due mesi per falso in atto pubblico, senza l’interdizione dai pubblici uffici. È la condanna comminata due giorni fa dai giudici della Corte d’Appello all’ex comandante della polizia locale Antonio Barbato, dopo la sentenza della Cassazione che nel novembre 2023 aveva annullato la precedente assoluzione in secondo grado per l’attuale numero uno dei vigili di Melegnano. Al di là delle motivazioni, il diretto interessato, assistito dall’avvocata Fabrizia Vaccarella, fa sapere sin da ora che impugnerà il verdetto alla Suprema Corte. Il processo ruota attorno all’affidamento dell’appalto di tre filmati divulgativi sulla sicurezza stradale a Giffoni media service srl. A Barbato e al manager della società Pietro Rinaldi è stato originariamente contestato dalla Procura di "aver commesso frode nell’esecuzione del contratto relativo al servizio in questione". Come? "Gli imputati, in concorso, avrebbero in mala fede omesso l’esecuzione di parte delle prestazioni oggetto del contratto, in particolare la realizzazione di un corso teorico pratico di 200 ore che costituiva attività di supporto pratico-teorico a 50 istruttori formatori". Di più: "Barbato, in accordo con Rinaldi, avrebbe, in particolare, omesso di adempiere ai doveri di verifica e controllo, simulando la regolarità della prestazione e in tal modo sottoscrivendo la delibera numero 416 del 2016 con cui attestava falsamente il regolare adempimento del servizio". Un passaggio decisivo, quest’ultimo, per il pagamento di due fatture da 53mila e 9.700 euro "in favore dell’impresa aggiudicatrice". In primo grado, Barbato è stato condannato a 3 anni e 9 mesi per frode in pubbliche forniture e falso. In Appello, il verdetto è stato ribaltato: assoluzione piena. "Nessuna frode nelle forniture e nessun falso", il commento postato all’epoca su Facebook dall’ex comandante. Poi il nuovo ribaltone della Cassazione, in accoglimento dei ricorsi presentati dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano e da Palazzo Marino costituitosi parte civile. In quel pronunciamento, gli ermellini hanno bocciato il verdetto di merito, sostenendo che i giudici non avrebbero spiegato: perché le prestazioni sotto la lente siano state ritenute "accessorie"; perché il Comune abbia "dovuto liquidare l’intero compenso, che invece era subordinato all’esecuzione dell’intero programma contrattuale"; perché non sia stato richiesto il pagamento della penale di 50 euro per ogni giorno di ritardo, preferendo non meglio specificate "soluzioni amichevoli e bonarie ai disguidi che si erano creati".Da qui l’Appello-bis, che ha portato alla nuova condanna, quasi dimezzata rispetto a quella di primo grado. Penultima puntata di una battaglia legale che vivrà il suo epilogo ancora una volta in Cassazione. A meno di ulteriori rinvii.