
Dal tempio di Vaprio alla Divina Maternità di Concesa sulle orme dei santi Colombano, Giovanni e Agostino
Cammini spirituali dell’Adda-Martesana, "un patrimonio da valorizzare". In vista dell’800esimo anniversario della morte di San Francesco, la Regione vuole investire sul rilancio del turismo religioso.
Tre i percorsi candidati sul territorio. Il primo, da Chiavenna a Bobbio passando per l’hinterland sulle orme di San Colombano, il monaco che lasciò l’Irlanda nel 590 per attraversare l’Europa, fondare monasteri e sottoporre al Papa la sua regola. In questo pellegrinaggio finito nel 615 dopo Cristo con la sua morte nel Piacentino, nell’abbazia da lui stesso creata, lasciò tantissime tracce.
Memorie conservate nei paesi e nelle chiese lombarde che portano il suo nome. Una di queste è il piccolo tempio romanico di Vaprio - che la tradizione narra fu lui in persona che ordinò di edificare - riportato agli antichi splendori nel 2019. Il restauro ha restituito ai fedeli il gioiellino in tutta la sua bellezza. Novecento anni dopo la stessa perla dell’Adda avrebbe ospitato un altro “nome“, questa volta del Rinascimento, Leonardo.
Vaprio, insieme a Trezzo e Cassano, è una tappa del Cammino di San Colombano, pezzo da novanta dell’offerta turistico-spirituale di Città Metropolitana con guida dedicata (Terre di mezzo). Sfogliarne le pagine e usarle per cimentarsi toccando con mano i luoghi del monaco, equivale a fare un tuffo fra natura e cultura.
Ha debuttato due anni fa nel catalogo ufficiale dei Cammini Religiosi Italiani anche quello di San Giovanni, 53 chilometri da Melzo a Borgo san Giovanni, fra santuari e chiese, nel verde del lungo Muzza e delle campagne del Lodigiano.
Un percorso nato a poco a poco nel Milanese grazie agli Amici del Camino di san Giovanni, l’associazione che ha lavorato fino al riconoscimento. Infine, il Cammino di Sant’Agostino, un filo che unisce 50 santuari mariani in Lombardia, con tappa d’obbligo alla Divina Maternità di Concesa, dove l’immagine della Madonna che allatta il Bambino affascina i viandanti da metà del Cinquecento.