
Tribunale (Archivio)
Milano, 5 gennaio 2024 – Morta all’ultimo giorno di lavoro: condannato il datore (seppur con pena sospesa e non menzione).
La tragedia
La vicenda risale alla fine dell’ottobre 2020. Quel giorno la vittima, una donna assunta con contratto di consulenza, è al suo ultimo giorno di lavoro in un’azienda milanese. Fra saluti e brindisi, riceve in dono dai colleghi una pianta. Il presente, in attesa della fine della giornata, viene riposto in fondo a una piccola scala, di soli sei gradini, all’interno del locale refettorio della società, con sede nel nord-est di Milano.
Terminata la sua attività la professionista passa le consegne a chi prenderà il suo posto e si congeda dai colleghi. Successivamente si reca nella stanza dove è custodia la pianta. Mentre scende i sei scalini della scaletta in fondo alla quale si trova il regalo, perde l’equilibrio e cade, si legge nelle motivazioni della sentenza, “in avanti lungo il percorso delle scale sbattendo fortemente la parte frontale del capo sugli scalini o sul pavimento".
Trasportata all'Istituto Clinico Città Studi, è stata operata per la rimozione di un ematoma. Purtroppo non si è mai ripresa ed è morta nel giro di 48 ore.
La causa
Il marito, sotto choc di fronte a una morte tanto assurda, arruola un consulente tecnico per vederci chiaro nella caduta risultata fatale alla moglie. L’esperto, nel suo lavoro, accerta un mancato rispetto della normativa per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. A questo punto l’uomo decide di sporgere denuncia.
Ne nascono un indagine e un processo celebrato con il rito abbreviato, al termine del quale il gup Massimo Baraldo, dà ragione al marito della consulente perché "risulta (...) provato (...) che sulla scala ove è avvenuta la caduta non era stato installato 'almeno un corrimano' (...) , dispositivo di protezione" che "avrebbe certamente attenuato gli effetti della caduta", in quanto la vittima, aggrappandosi, avrebbe potuto evitarla o "quantomeno ridurne la violenza".
Inoltre, si legge nel documento, ci sarebbero state altre violazioni che "nel complesso" hanno portato a ritenere la zona interessata, compresa la piccola rampa di scale, "estremamente pericolosa".