ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

La famiglia che viveva in auto, una corsa di solidarietà: prima l’hotel, poi l’affitto pagato per un anno

Debiti e pignoramento: papà, mamma e quattro figli hanno dormito in macchina per mesi a Bresso, nel Milanese. Gli angeli d’agosto sono un manager pugliese, un milanese e un benefattore anonimo di Ancona

Mohamed., la moglie e i quattro figli hanno dormito per quasi due mesi nell’auto parcheggiata vicino al cimitero di Bresso

Mohamed., la moglie e i quattro figli hanno dormito per quasi due mesi nell’auto parcheggiata vicino al cimitero di Bresso

Bresso (Milano, 18 agosto 2023 –  Il cuore generoso dei privati salva una famiglia di Bresso presa di mira dal destino cinico. Mohamed B. e la moglie, coi loro quattro figli di età compresa fra 9 e 17 anni, sono stati costretti a vivere per quasi due mesi dentro l’abitacolo di un’Audi nera station wagon, in un parcheggio dell’hinterland milanese. Poi è arrivato il loro "cavaliere dall’armatura splendente".

Un dirigente pugliese, Mario Cardone, che, commosso dalla "storia atroce" pubblicata per prima da Il Giorno , ha deciso di aprire per primo il portafogli per garantire la permanenza in hotel, senza badare a spese. Lunedì ha prenotato due stanze al BB Hotels Smarthotel Re, 4 stelle di Cinisello Balsamo. Ma in albergo ci sono solo la moglie di Mohamed B. e i suoi quattro figli minori. La famiglia non ha potuto condividere assieme le comodità dei servizi di categoria superiore, dopo l’umiliazione comune di essere dovuti andare all’Autogrill per la toilette. Il padre 51enne, infatti, si trova ricoverato all’ospedale di Cinisello Balsamo, dopo essere finito per un malore al pronto soccorso domenica sera. "Il dolore alla gamba sinistra mi trafigge e mi manca il respiro. Sto facendo accertamenti. I dottori dicono che dipende dal fatto di non aver visto un letto per sette settimane" precisa Mohamed dal terzo piano dell’ospedale Bassini.

Nonostante le condizioni di salute precarie l’uomo, che è nato 51 anni fa ad Alessandria d’Egitto ma ha trascorso metà della sua vita in Italia, attende con trepida ansia la giornata di domani: dovrebbe ricevere la visita di un nuovo benefattore, da Ancora questa volta, che, preoccupato per il destino dei più piccoli, sarebbe disponibile ad anticipare l’affitto di un appartamento per un anno, dopo essersi sincerato del suo status. Nel mentre però il loro angelo custode – il manager pugliese di una concessionaria – non si è dimenticato di Mohamed e "tribù", prorogando di altri due giorni l’alloggio in hotel, dopo aver già sborsato oltre 600 euro per la permanenza nei primi 4 giornì. "Purtroppo mi duole essere stato accusato di cercare della pubblicità…", commenta con un po’ di amarezza il dirigente 46enne di San Severo. "Ma io l’ho fatto per compassione, essendo padre di due bambine di 11 e 13 anni, e avendo saputo che Mohamed è in ospedale" puntualizza Cardone. La famiglia può stare tranquilla per altri giorni: un uomo di Milano, Giuseppe, ha raggiunto l’albergo ieri sera per prorogare la loro permanenza fino a mercoledì 23 agosto. Sperando che nel frattempo possa uscire dall’ospedale l’artigiano edile che ha lavorato per tanti anni come decoratore, pittore e gessista, prima che la sua attività entrasse in crisi con la pandemia.

Nel precipizio però Mohamed era già finito prima del 2020. L’amministrazione del Comune di Bresso ha fatto sapere che "il signor Mohamed B. si è rivolto per la prima volta al Servizio sociale nel maggio 2016 riferendo di essere sottoposto ad intimazione di liberazione dell’alloggio da febbraio 2015. L’immobile, acquistato anni prima, era stato pignorato da parte della banca per il mancato pagamento delle rate del mutuo". Il Comune avrebbe sostenuto "notevoli costi per i soggiorni, in albergo prima e in residence poi" ma l’artigiano "ha rifiutato ogni soluzione proposta dal Servizio sociale che implicasse anche solo una minima assunzione di responsabilità".

"Quando il Comune ha smesso di pagare siamo stati costretti ad andarcene – la versione di Mohamed – e, non avendo altri posti dove stare, siamo finiti a dormire in auto. Sarei potuto andare ad occupare una casa popolare, come fanno in molti. Ma non m’interessa la via illegale. Vorrei solo un alloggio a un canone ragionevole. Non a 1.200 euro al mese come mi hanno proposto". Un’aspirazione piuttosto normale che però, in tempi di affitti a prezzi folli, assume i crismi di un sogno quasi irrealizzabile.