MARCO LAMBERTI
Cronaca

Clinica degli orrori, per Brega Massone il terzo processo

Quattro pazienti morti, la Cassazione: nuovo Appello. Da considerare l’aggravante: avrebbe agito per soldi

Pier Paolo Brega Massone

Milano, 25 settembre 2020 - Ancora una volta in Appello. Questa volta per valutare se il medico dell’ex clinica Santa Rita che è stato condannato per omicidio preterintenzionale operasse i pazienti con interventi inutili per questioni di soldi. Nella sentenza di Appello, la seconda, sul caso dell’ex primario Pier Paolo Brega Massone, la Cassazione non ha trovato abbastanza considerata l’ipotetica aggravante di aver agito per scopo di lucro.

Per questo - hanno stabilito ieri sera gli ermellini - è da rideterminare la condanna a 15 anni di reclusione per l’ex medico della struttura milanese condannato nell’appello bis dopo che la Cassazione aveva annullato già la condanna all’ergastolo inflitta per la morte di quattro pazienti. La decisione è giunta in serata, intorno alle 21, da parte della suprema Corte che ha nuovamente affrontato questo caso nel quale l’accusa di omicidio volontario era stata riformulata in quella di omicidio preterintenzionale, nell’appello bis, con relativa diminuzione della pena. In particolare, la condanna a 15 anni è stata annullata senza rinvio in relazione a una aggravante, in accoglimento di una parte del ricorso del procuratore generale di Milano. Respinta invece la richiesta del Pg di tornare alla originaria contestazione, quella dell’omicidio volontario. Dichiarato però inammissibile il ricorso della difesa di Brega Massone, attualmente detenuto ai domiciliari e rappresentato dall’avvocato Nicola Madia del foro di Roma.

A far propendere i giudici della Cassazione per un nuovo processo a Milano, a quanto si è appreso, la valutazione di un particolare del movente, che secondo la Corte potrebbe non essere stato preso in dovuta considerazione. L’appello ter potrebbe riguardare quindi l’esclusione dell’aggravante del fine di lucro. Con il verdetto emesso questa sera, i supremi giudici hanno sostanzialmente confermato la sentenza dell‘appello bis emessa dalla Corte di Assise di Appello di Milano il 19 ottobre 2018 che si era adeguata alle indicazioni formulate dagli ermellini stessi nel giugno del 2017. La suprema Corte aveva infatti espresso critiche alla condanna all‘ergastolo decisa nel primo procedimento di secondo grado, ritenendo che i giudici di merito avessero "omesso di confrontarsi puntualmente" con la "possibile lettura alternativa" - proposta dalla difesa - per cui la morte dei pazienti sarebbe "preterintenzionale". Nell‘appello bis, che si era celebrato in seguito alla prima pronuncia della Cassazione, era stata esclusa anche l‘aggravante dei fini di lucro. La stessa che ora i magistrati romani, nell’ultima sentenza, ritengono con ogni probabilità non sia stata esaminata a dovere. La motivazione dell’ultima sentenza dovrebbe essere depositata entro trenta giorni. Pier Paolo Brega Massone è stato in carcere per circa dieci anni.