
Milano – Sono partiti ieri, venerdì 22 settembre, i cantieri per il distretto dell’innovazione di Milano, ovvero il futuro campus del Politecnico Bovisa-Goccia che porta la firma dell’architetto, senatore a vita e alumnus dell’ateneo Renzo Piano. In uno dei due ex gasometri che in passato davano energia a mezza città, è stata messa a dimora la prima pianta, non una pietra. Il primo di 16.600 alberi, accanto a una foresta di 24 ettari.
Il tiglio di Federico Bucci
"È il tiglio di Federico Bucci", il prorettore del Polo territoriale di Mantova, cuore delle iniziative culturali dell’ateneo, oggi ricordato anche in una cerimonia laica, nel campus di Architettura. "Federico Bucci aveva già visto tutto prima di noi, fu lui per primo a portare Renzo Piano a passeggiare qui, tra i gasometri. Ed era innamorato della vita", ha sottolineato la rettrice Donatella Sciuto.

Impegno corale
Con lei il sindaco Giuseppe Sala, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, a sottolineare l’impegno (anche economico) corale per dare vita al nuovo maxi progetto che si estenderà su un’area di 32 ettari, di cui 23,4 di proprietà comunale e 9,1 del Politecnico. Si punta a chiudere i cantieri entro il 2026.
La passeggiata di Renzo Piano
"Era il 20 dicembre del 2021, l’altro ieri in pratica, quando Federico Bucci mi portò qui con una scusa – racconta Renzo Piano –. I luoghi parlano, bisogna saperli ascoltare. La prima cosa che mi colpì è il bosco, la seconda è stata la traccia della fabbrica nel bosco. Ecco il progetto, era già lì".

I due gasometri
Il primo passo del più ampio intervento di rigenerazione urbana dell’area Bovisa-Goccia-Villapizzone è la riconversione dei due gasometri. I due vecchi scheletri verranno trasformati in due strutture complementari: da una parte laboratori dedicati all’innovazione e all’hi-tech, l’altra allo sport, con una piscina, un campo multi sport e un'area fitness.

Il progetto
Una volta ultimato il campus Bovisa-Goccia-Villapizzone, tra gli edifici industriali ora abbandonati sorgeranno 20 nuovi edifici di quattro piani, alti 16 metri, (il piano terra di tutte le palazzine sarà trasparente e aperto alla città) con un tetto fotovoltaico che richiama la storia dell’area e fa filtrare la luce. L’obiettivo è creare un campus a emissioni zero. Oltre a studenti e ricercatori del Politecnico troveranno casa anche le Scuole Civiche, per la prima volta riunite e con gli interventi in programma nelle stazioni di Bovisa e Villapizzone si cercherà di ricucire il territorio, da Mind allo Scalo Farini.

Residenze universitarie
Nella Milano alla prese con il caro-affitti in programma ci sono anche due residenze universitarie da 500 posti. L’investimento è di 50 milioni di euro (30 milioni del Politecnico e 20 milione della Regione) per la sola area dei due gasometri, la prima che dovrebbe vedere la luce, da cronoprogramma nel 2025. Per la seconda fase l’importo non è stato ancora quantificato: si stanno ultimando i progetti per andare in gara d’appalto, accedere ai bandi, trovare finanziamenti.
Nuova vita al quartiere
“Con l’avvio dei lavori si apre una nuova fase per Bovisa – sottolinea la rettrice del Politecnico, Donatella Sciuto – Da quartiere operaio ad area universitaria, Bovisa si candida a una terza dimensione, quella del distretto di Innovazione. Un intervento significativo che segna il ritorno delle fabbriche bianche, quelle che investono in innovazione, in ricerca e in startup ad alto potenziale. Un progetto che, grazie al coinvolgimento delle istituzioni, segna per Milano e per la Lombardia un passo in avanti verso l'Europa”.
Progetto da record
Il campus che sorgerà nel quartiere Bovisa “non è solo l'ampliamento del Politecnico di Milano, ma è anche uno dei più grandi interventi di natura urbanistico-edilizia e infrastrutturale, di rifunzionalizzazione mai realizzati in Italia – aggiunge il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini – Un vero parco scientifico, un polo dell'innovazione con aree dedicate a servizi per gli studenti, per le imprese e per la cittadinanza. È un modo nuovo di vedere la città, è il futuro che diventa presente. Il tutto reso possibile grazie, soprattutto, all’immaginifica azione di Renzo Piano, che non finiremo mai di ringraziare a sufficienza per lo straordinario contributo di opere che ci ha donato, per la generosità con cui condivide sempre le sue idee e per l'attenzione vera, convinta e appassionata per i giovani”.
Basta incidenti
Il via ai lavori si è aperto con la raccomandazione di Renzo Piano: "In Giappone gli architetti evitano giri di parole e fanno una raccomandazione agli operai: noi abbiamo gestito tutti fin qui, a tavolino, seduti comodamente e in sicurezza. Adesso tocca a voi, che siete in cantiere, che correte rischi. State attenti, non fatevi male. Basta con gli incidenti".
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro