Bocciato il piano Targetti, ora la palla a Viola

Il Consiglio giudiziario milanese respinge la riorganizzazione della Procura tentata dal “reggente“ alla vigilia della sua pensione

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Il consiglio giudiziario di Milano ha dato parere sfavorevole al provvedimento provvisorio con cui alla fine di marzo Riccardo Targetti, procuratore facente funzione, andato in pensione alla metà di aprile, ha cercato di riorganizzare l’ufficio ritenendo necessario, in particolare, riequilibrare i carichi di lavoro, soprattutto visti i bassi numeri di fascicoli gestiti dal III dipartimento, quello dei reati economici transnazionali, guidato dall’aggiunto Fabio De Pasquale e che è stato al centro di una serie di polemiche.

Il parere negativo è stato dato nella seduta di oggi e, senza entrare assolutamente nel merito, si basa sul fatto che il provvedimento di Targetti, passato solo laddove è stato riconfermato il pm Roberto Fontana come coordinatore del pool ‘crisi di impresa -contrasto al lavoro nero, caporalato ed evasione contributivà, si sarebbe formato in modo non corretto in quanto non è stata osservata la procedura prevista dalle circolari specifiche del Consiglio superiore della magistratura. Targetti aveva assegnato a De Pasquale la trattazione dei fascicoli sulle truffe assicurative e ai pm del suo dipartimento quelli relativi alla "materia ordinaria", come calunnie, diffamazioni e appropriazioni indebite per tre mesi, ossia fino al 25 giugno. E questo sulla scorta dei dati sulla produttività dei vari pool in cui è suddiviso l’ufficio, dai quali è emersa "importante anomalia" riguardo al III Dipartimento" voluto dall’ex Procuratore Francesco Greco e affidato a De Pasquale.

In un triennio ha avuto "sopravvenienze" di 82 fascicoli, mentre gli altri dipartimenti hanno numeri che superano il migliaio, come i circa 7mila del pool ‘fasce debolì. Ora il parere del Consiglio giudiziario verrà trasmesso a Palazzo dei Marescialli, mentre al nuovo procuratore di Milano Marcello Viola toccherà riprendere le fila del piano di organizzazione dell’ufficio che si ferma a quello presentato da Greco per il triennio 2017-2019 e al quale il Csm stesso ha fatto una serie di rilievi.

Da un punto di vista “politico“, la decisione di ieri potrebbe segnare una specie di tregua nella Procura che negli ultimi anni, durante la gestione Greco si è più volte spaccata su questioni di diversa importanza, prima fra tutte laa vicenda che rigurada il pm Paolo Storari, che il suo capo voleva allontanare da Milano in relazione alla questione dei verbali dell’ex avvocato Eni Piero Amara e che invece il Csm ha mantenuto in Procura. Il ridimensionamento del diipartimento guidato da De Pasquale, (altra questione scottante) se vorrà, ora dovrà eventualmente deciderlo il neo procuratore Viola appena arrivato da Firenze.

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