Black Steel, traffico di rifiuti. Le intercettazioni: "Finiremo in galera"

Indaginedi Dda e Noe dei carabinieri: 14 in manette. Plastica e gomma non riciclati e spediti coi tir in Repubblica Ceca Le false fatture in Baviera e i soldi rientrati per acquistare il Novara

A sinistra Maurizio Rullo (dal sito Novara Calcio pre fallimento)

A sinistra Maurizio Rullo (dal sito Novara Calcio pre fallimento)

Milano, 16 febbraio 2023 - "I viaggi che dovevano fare a gennaio ce li ho qua io... io non l’ho toccata la polvere... tra l’altro è più bella del solito, perché sto mettendo dentro anche un po’ di plastica normale perché adesso non convenendomi più lascio dentro anche un po’ di plastica e poi c’avro qua...". è il 31 gennaio 2021, a parlare intercettato è Davide Manera, responsabile operativo dell’attività di gestione di una ditta di Arcisate. "Se mi metti dentro anche un po’ di plastica, come ti avevo detto all’inizio, non è un problema, ma se mi dai solo la polvere è chiaro che poi dopo mi mandano a cag...", risponde Maurizio Rullo, a capo della società di intermediazione Eco Industries srl. Argomento della conversazione: il riciclo di tonnellate di plastica e gomma.

Ieri mattina entrambi sono stati arrestati dai carabinieri, a valle dell’indagine "Black Steel" del Noe su un mega traffico illecito di rifiuti coordinata dal capo della Dda Alessandra Dolci e dal pm Francesco De Tommasi: il primo è finito ai domiciliari, insieme ad altri sette indagati; il secondo è stato portato in carcere, insieme ad altri cinque presunti complici. In totale, sono diciotto le misure cautelari (compresi gli obblighi di dimora per i quattro autisti del gruppo) firmate dal gip Massimo Baraldo, sulla base di quanto emerso dall’inchiesta partita nel 2020 dalle dichiarazioni di una persona coinvolta in un’operazione simile. Ai magistrati, l’uomo parla dell’azienda "di un altro signore calabrese benestante, la CM... non mi ricordo, di Rullo Maurizio, ma uno grossissimo, che gli ha prestato tanti soldi... Dottore, tipo, dieci camion scaricavano, sette caricavano, i bilici, e andavano non so dove e i rottami andavano da un’altra parte...". E ancora: nei verbali si legge di materiale pagati in nero, di "un’acciaieria grossa" e di "Lamborghini e Ferrari targate Germania".

I primi accertamenti su Rullo portano alla Eco Industries srl, con sede legale in via Monte Rosa 11 a Milano, di cui resterà amministratore unico per cinque anni. Le verifiche nelle banche dati disegnano tutta la galassia del cinquantacinquenne di Locri: ne fanno parte pure la R.M.C. spa (commercio di metalli ferrosi con sedi operative nel Novarese e a Paderno Dugnano) e la holding tedesca Mr Verwaltungs Gmbh. Gli approfondimenti investigativi fanno emergere quello che il giudice definirà un vero e proprio "castello di carte". Un ingegnoso sistema che si muove su più fronti. Quello principale riguarda il trattamento scorretto (o mancato in altri casi) di rifiuti classificati come pericolosi, a cominciare dalle guaine che proteggono i fili di rame: in sostanza, secondo le accuse, Rullo avrebbe "declassificato" in maniera fraudolenta il materiale con una percentuale di contaminanti superiore al consentito, concordando con i produttori "operazioni di recupero diverse da quelle previste dalla norma" e proponendo loro "prezzi inferiori a quelli che avrebbero dovuto sostenere per un corretto smaltimento"; il tutto utilizzando formulari di identificazione alterati e certificando che quel rifiuto era diventato "end of waste", non pericoloso. Risultato: guadagni per tutti ("Comunque son numeri, io a marzo ho fatto un fatturato della madonna!", spiega Manera a un amico). Poi i carichi prendevano la strada della Repubblica Ceca, "mettendo in atto una sorta di “giro bolla” al di là dei confini dello Stato". Non è finita. C’è un intero capitolo dedicato ai rottami ferrosi, che, ha ricostruito il Noe, venivano ritirati in maniera spesso "sommersa" da alcune aziende del Nord Italia (non è stata trovata traccia contabile degli scambi commerciali) e poi recapitati ad altre imprese (da Caronno Pertusella a Brescia, da Vittuone a Milano), millantando "inesistenti trattamenti dei rifiuti idonei a far perdere al prodotto la qualità di rifiuto".

Per giustificare quelle partite in nero, che generavano un’enorme quantità di denaro, l’organizzazione aveva creato scatole vuote in Germania, Bulgaria e Croazia, verso le quali venivano emesse false fatture per compravendite mai effettuate. Quindi, i soldi bonificati all’estero venivano recuperati di persona, in contanti: gli inquirenti tedeschi, che a loro volta hanno aperto un fascicolo per riciclaggio, hanno calcolato un flusso in uscita dall’Italia pari a 78 milioni di euro tra il 2016 e il 2021; di questa "provvista di fondi", ben 65 milioni sono stati prelevati tra il 20 maggio 2016 e l’8 agosto 2019 dai conti correnti di due banche. Parte di quel denaro, transitato dalla TM Commodities Gmbh, sarebbe stato usato per acquisire il Novara Calcio spa, presieduto prima da Marcello Cianci (che si dimise il 5 febbraio 2021 dopo essere stato denunciato per ricettazione dalla Finanza di Locri perché trovato in possesso di 200mila euro) e poi da Rullo, prima di essere ceduto a un passo dal fallimento. Che stessero facendo qualcosa di irregolare erano tutti consapevoli, spiega il gip. Prova ne è, tra le tante, un dialogo tra Rullo e una dipendente TM (ora ai domiciliari) su alcune fatture "aggiustate" a posteriori: "Così finiremo tutti in galera".

 

 

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