Affari e grand'hotel con vista lago: i tre giorni italiani dei Bin Laden

Il misterioso soggiorno concluso con lo schianto aereo in Inghilterra di Mario Consani

Guardie all'aeroporto di Malpensa

Guardie all'aeroporto di Malpensa

MIlano, 2 agosto 2015 - Solo tre giorni di vacanza sul lago di Como? Sul breve viaggio in terra italiana della famiglia Bin Laden, finito al ritorno con lo schianto del loro jet privato nel sud dell’Inghilterra, finora poco trapela. Arrivati a Malpensa martedì scorso a bordo dello stesso velivolo, matrigna, sorellastra e cognato di Osama erano stati ospitati in un grand’hotel con vista lagoTroppo poche 72 ore, probabilmente, per qualcosa di diverso dal relax e magari (ma su questo nessuna conferma) una puntata in città per lo shopping. Del resto, anche ammesso che la vacanza italiana sia stata utilizzata dai familiari di Osama pure per contatti d’affari, nulla autorizza, almeno per ora, a ritenere che quei contatti possano aver nascosto qualche interesse di tipo illecito.

L'aereo è caduto su un parcheggio di auto

A quanto si sa, se molti dei forzieri cui attingono i membri della numerosa famiglia Bin Laden fanno capo alla vicina Svizzera, per quanto riguarda l’Italia l’unico affare noto in capo a una società del gruppo saudita del fondatore di Al Qaeda fu, lo scorso anno, l’acquisto per 45 milioni di euro del 50 per cento delle azioni della Marmi Carrara, colosso del marmo apuano che detiene il 50 per cento della Sam – Società apuana marmi – titolare a sua volta di un terzo delle cave carraresi. Presidente del nuovo gruppo è da allora un cugino di Osama, Bakr Mohammed Bin Laden. Degli affari di famiglia, comunque, per ora non si è interessata la procura di Busto Arsizio: «A noi basta poter escludere, come sembra, che qualcosa sia avvenuto al velivolo durante il tempo di permanenza nello scalo - spiega il procuratore Gianluigi Fontana - sul resto, eventualmente indagherà la procura distrettuale di Milano».

Per il momento, comunque, dall’autorità britannica che indaga sulla vicenda ufficialmente nessuna ipotesi diversa da quella del semplice incidente. Né del resto alcun tipo di allarme sulla presenza italiana dei membri della famiglia di Osama era arrivata neppure ai vertici dell’Antiterrorismo milanese. Per ora, quella dell’aereo decollato e schiantatosi venerdì sembrerebbe l’ennesima maledizione del cielo legata ad Osama e ai suoi cari, dopo la morte in volo a suo tempo del padre e di un fratello dell’ex capo di Al Qaeda.

 

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